Cultura, tv e spettacoli

Il ritorno di San Saviano martire. Ma chi se ne frega se lo escludono

Tra gli autori italiani alla Fiera del Libro di Francoforte manca mr Gomorra. Sandro Veronesi in protesta rifiuta di partecipare. Ma perché?

saviano buchmesse francoforte © Maica tramite Canva.com

Dacci oggi il nostro martire quotidiano che poi, tanto pe’ cambià, è sempre lo stess: Bob “i’ so cchiù martir ‘e te” Saviano, o’ martire a gettone, di presenza, Bob l’americano detto ‘O Martirone. Adesso si lamenta, e con lui o’ Piddì, perché sarebbe stato estromesso dalla Fiera del Libro di Francoforte: e allora? Che palle, oh! Tanto, ‘O Martirone se esce dalla porta rientra dalla finestra, se lo accattano direttamente i tedeschi. Prosit! Si fa un altro casino per questa roba qua? Ci si mette pure il commissario straordinario Mauro Mazza che conferma la invaccinabile vocazione della destra parvenu a scombinare sempre tutto, a non saper come gestirsi: invece di blaterare che volevano dare spazio a chi non ha voce, o voce a chi non ha spazio, non ricordiamo bene, che volevano “opere completamente originali”, ma che vuol dire poi?, bastava dire la verità: ‘O Martirone ha scassat ‘o cazz, non sta scritto in nessun Vangelo che debba sempre far parte di tutto come ‘a maronna pellegrina dei libri, se vuole si paga il viaggetto e partecipa dove e come gli pare. A spese sue, che tanto ormai ce lo siamo ritrovati su per tutti i Buchmesse de ‘o monno.

Invece no, bisogna arrampicarsi sugli specchi con le ditine unte di grasso, inciampare nelle proprie balle, bestia che figura. Quali voci che non hanno voce, se poi il parterre come sempre pare uscito da Repubblica – e anche su questo ci sarebbe da discutere, cara “destra” – con le Chiara Valerio, Silvia Avallone, Sandro Veronesi (che, in polemica, s’è appena ritirato), Magris, Baricco, De Luca Erri e la solita compagnia di giro che come apre bocca manda un rutto a “stronza” Meloni (tra parentesi: immensa, chi la critica con la boccuccia a cul di gallina, spiaze, vada a farsi un giro perché, come avrebbe detto Gianni Minà, l’amico di Fidel Castro, “anche la premier “e” una donna” e non sta scritto in nessun libro de ‘O Martirone che una debba farsi insultare allegramente a vita e per di più debba fare i plissè alle facce tronfie di chi la insulta. Di ragioni per criticare la EuroMeloni se ne possono trovare a fasci, ma questa gente, questi presunti politici o scrittori, fanno pena e basta).

La Ripartenza 2024

Qui si torna all’essenza. Tutta questa compagnia di giro col libercolo in mano. Queste faccette da aperitivo solidale ecocompatibile con firmacopie. Ma chi l’ha detto, ma dove sta scritto che sarebbero artisti del calamo? Dai, su, mestieranti ad esser indulgenti, per lo più dalla prosa zoppicante, rantolante, patetica, illeggibile. ‘O Martirone ha costruito il suo mito su assai presunte minacce di camorra, non certo sulla qualità dei suoi indigeribili tomi. La Valerio scrive come parla, una cosa oltre il patafisico, il dadaista, il surreale, e se parli male scrivi male. Ma è scrivere, quello suo? Gli altri, come on, Erri de Luca è un costrutto di agenzia letteraria, una Liala della rivoluzione lottacontinuista, Baricco non fa niente di interessante da secoli, per non dire del resto della truppa sempre in lizza per la trippa.

Oltre tutto, gentina dalla cultura peggio che approssimativa, fumettari al verbo di Zerocalcare.

E una buona volta andrà pur detto, andrà pur messo in chiaro che trattasi di un grande bluff generale. C’è questo mito che uno essendo di sinistra si iscrive fin da bambino alla élite dei romanzieri, tutti Hemingway, tutti meglio di Simenon, ma poi perché? Certo, chi li legge, o finge, se li merita, immaginate voi sere e sere a mandar giù pagine de ‘O Martirone o Opaca Valerio, però, per la carità, non chiamateli scrittori, non chiamateli narratori. Perché se non hai uno stile che abbracci, avvinghi, catturi, se non hai la musica delle parole, se non sai dove andare, sempre con la solita rotura de cojoni o sulla camorra o sugli amorazzi lesbo tormentati da frigorifero Parioli, allora è meglio lasciar perdere e andare a pescare.

I festival del libro sono solo passerelle di noiosi e esagitati lagnosi a caccia di candidature, in Italia come in Germania, dove si ricicciano i nostri presunti o reali “censurati”, i martiri. A proposito. ‘O Scurati, che ormai è il Bartali della censura laddove ‘O Martirone è Coppi, se n’è inventata una niente male: ha rifiutato l’invito per potersi dire più martirizzato del Bobby e però pure lui rientra dalla finestra teutonica, se lo imbarcano direttamente i crucchi. Certo, uno sprint in volata niente male, però siamo alla farsa (e pazienza se qualche cretino comunista a questo punto ci messaggerà “iih, rosicone, rosiki perché loro fanno i soldi”: l’abbiamo detto o no che il comunista genetico respira invidia e la proietta sugli altri, che si nutre di ambizione repressa, che sbava ovunque senta profumo di bonifico?).

E così ci tocca per l’ennesima volta sentire il lamento di Giobbe. ‘O Martirone martireggia, ‘o governo dei parvenu gli regala rigori a porta vuota, e noi vorremmo essere sparati dalla camorra, quella vera, piuttosto che alzarci la mattina e sentire ‘n’ata vota la voce dell’Americano che vuò fa ‘o chiagneffott, sient’ammè.

Max Del Papa, 29 maggio 2024

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