La sessione speciale delle Nazioni Unite guidata da Israele il 4 dicembre scorso è stata organizzata per condannare il silenzio sull’uso dello stupro da parte di Hamas come arma di guerra e per sensibilizzare l’opinione pubblica sui crimini sessuali contro le donne durante i massacri del 7 ottobre scorso. La senatrice Kirsten Gillibrand che rappresentava gli Stati Uniti, ha affermato che alcune donne sono ancora tenute in ostaggio per non permettere loro di raccontare quello che hanno subito durante la loro in prigionia.
Mentre la sessione era in corso, migliaia di manifestanti si sono riuniti davanti al quartier generale delle Nazioni Unite a New York, per protestare contro il silenzio della comunità internazionale sulla violenza sessuale commessa dai terroristi di Hamas contro le donne israeliane. Gilad Erdan l’ambasciatore di Israele all’Onu nel suo discorso ha detto: “Il 7 ottobre Israele ha subito il massacro più brutale dalla Shoah, le atrocità sono state più barbare di quelle perpetrate dall’Isis. C’è chi dice addirittura più feroci dei nazisti. Famiglie sono state bruciate vive, i bambini uccisi davanti ai loro genitori e genitori uccisi davanti ai loro figli. Purtroppo il silenzio degli organismi internazionali che si suppone difendano le donne è stato assordante. Ma i crimini non sono finiti qui, Hamas ha usato lo stupro e la violenza sessuale come armi e queste non sono state decisioni prese sul momento ma pianificate. Sventrare e mutilare le ragazze stuprate mentre gli altri spettatori applaudivano dà il segno che tutto era premeditato. Il silenzio degli organismi internazionali che presumibilmente dovrebbero essere difensori delle donne è stato assordante.”
Erdan, che ha avviato la sessione speciale, ha dichiarato alla stampa di aver scelto il quartier generale delle Nazioni Unite come sede per “evidenziare l’ipocrisia e i doppi standard di UN Women e di altre agenzie delle Nazioni Unite che hanno abbandonato completamente le donne israeliane aggredite da Hamas”. Gli ostaggi rilasciati hanno raccontato di essere stati minacciati prima della loro consegna alla Croce Rossa Internazionale. È stato detto loro che Hamas sa dove vivono e per questo è meglio che non raccontino ciò che hanno visto e vissuto durante la detenzione. Minaccia rafforzata dal fatto che ci sono ancora nelle loro mani famigliari e amici.
Le intimidazioni comunque non hanno fatto presa su tutti, qualcuno degli ex ostaggi parla e, lentamente, i loro racconti vengono liberati dalla censura anche se lasciati in forma anonima. Durante un’intervista televisiva con la Fox News, la dottoressa Renana Eitan, che sta curando alcuni degli ostaggi liberati di Hamas, ha rivelato che i suoi pazienti hanno subito abusi senza precedenti: “Dobbiamo riscrivere i libri di testo perché gli ostaggi israeliani hanno subito per mano di Hamas abusi psicologici estremamente gravi. I prigionieri sono stati soggetti a fame, percosse, abusi sessuali. Erano detenuti in condizioni igieniche disumane. Ripeto, gli abusi psicologici sono stati estremamente gravi: la separazione dai membri della famiglia, la separazione dei fratelli, la separazione dei figli dalle loro madri e, inoltre, sono stati tenuti in isolamento e hanno trascorso lunghi giorni nel buio totale fino a quando non hanno sviluppato gravi allucinazioni”.
Nonostante le testimonianze, nonostante le riprese effettuate in presa diretta dagli stessi terroristi di Hamas e nonostante la scia di sangue e violenza che i terroristi hanno lasciato dietro di loro quel 7 ottobre, c’è ancora chi afferma che le accuse di violenza sessuale non sono avvenute e che fanno parte di “campagne sioniste che promuovono bugie e accuse infondate per demonizzare la resistenza palestinese”. Il bello, o il brutto fate voi, e non si riesce a spiegare, è che c’è ancora chi crede, ma in realtà fa solo finta di credere, ai terroristi.
Michael Sfaradi, 6 dicembre 2023