Poi un altro periodo poco noto. Dopo la fine della guerra, invece di rientrare a Parigi, passa alcuni mesi in località Sables d’Olonne. L’ipotesi da lui stesso accreditata era che in quel periodo era stato malato. Non era vero? “Era una parte della verità. L’altra parte è che Simenon era stato condannato dal comitato d’epurazione per gli scrittori a non poter più pubblicare per due anni. Sulla base di quale accusa? “Collaborazionismo. Cedette i diritti di Maigret alla “Continental”, una società di produzione e propaganda cinematografica che faceva capo direttamente a Goebbels. Naturalmente furono necessari una serie di contatti prima di firmare l’accordo e Simenon fu visto infatti entrare più volte nella sede della Kommandantur nazista, sinistramente famosa”.
E a proposito di cadaveri negli armadi: Simenon ne ha anche uno reale, la morte di suo fratello minore Christian, un collaborazionista militante, legato al partito di estrema destra nazista, il terribile Rex. Un vero e proprio criminale colpevole di una strage in cui morirono 26 civili e anche di un prete. Dopo la guerra fu condannato a morte, ma su consiglio di Georges si arruolò nella Legione straniera nel 1947. Morte di cui la madre non perdonò mai George Simenon. I lettori evidentemente sì.
Gian Paolo Serino, 28 settembre 2019