Lo chiamano errore di progettazione, errore da correggere, ma non c’è nessun errore, è un cortocircuito imprevisto ma inevitabile, ed è la solita coda di paglia degli Stranamore tecnologici; è, come ha detto Elon Musk (uno sul cui X, toc toc?, continuano, che lo sappia o no, a censurare i malati e quanti sospettano dei vaccini), il razzismo di Google, pervasivo a livelli parossistici. Intelligenza artificiale uguale demenza naturale: se chiedi a Gemini, lo strumento del colosso americano, di generare immagini generiche, quello te le sforna immancabilmente nere e fluide. Nere, perché, ecco il controrazzismo, esiste solo una razza: quella razza, le altre, bianche, slavate, causasiche, sono al massimo incidenti, versioni malriuscite, che non contano, non esistono nell’immaginario artificiale, sempre più reale.
Gli effetti sono comici: neri, come sappiamo, i cavalieri erranti, i crociati, i pontefici, i samurai, ma neri anche i nazisti, i gerarchi del Terzo Reich. Perché esiste solo la razza o etnia nera per big G. Ora, se vogliamo restare alla storia degli uomini come effettivamente successa, ci può anche stare: tutti i gruppi sono razzisti a modo loro e gli africani quanto a razzismo non sono secondi a nessuno. Solo che in questo caso, ecco il cortocircuito, esistendo solo i neri, anche i tedeschi e gli imbianchini austriaci sono neri. Come Neraneve e i 7 gendere. Come l’Omo Ragno e la Sirenetta con le fattezze di Big Mama, una finita a parlare all’Onu proprio perché, come avevo intuito, e vi raccontavo, su questa stessa testata in occasione del circo sanremese, non rilevava in quanto artista ma come agenda, da woke a woke, dal gender al bodypositive.
Gemina non genera, come scrive Repubblica, alcun “paradosso dell’inclusività”: è il capolinea di una tecnologia fanatica e già ampiamente fuori controllo. E quando gli smanettoni di Google, gente fallita, poveri cani in fama di genialoidi informatici, dicono che rimedieremo molto presto, vogliono dire solo che tareranno la loro stupida intelligenza in modo da far risaltare, ancora e sempre, l’etnia nera, però con maggiore attenzione quando ci sarà da rappresentare un cancro, un male, una degenerazione dell’umanità: allora, i bianchi torneranno utili come allegoria, epitome o rappresentazione.
Tornare indietro? Difficile, probabilmente impossibile. Tornare indietro da cosa, in un mondo dove ci si preoccupa di dare nomi nuovi ai dinosauri per renderli “più inclusivi”? Questi progetti di intelligenza artificiale, anzi, sono concepiti proprio per fuggire sempre più in avanti fino a limiti irrevocabili: superate le colonne d’Ercole della follia, nessuno potrà più farci caso, anche perché altri programmi, di supporto, proibiranno qualsiasi eccezione, qualsivoglia opinione discordante, evaporando ogni verità reale, ogni lascito storico comprovato. Non sarà più vero quello che era vero ma quello che è vero oggi. Purtroppo, abbiamo dormito. Restando vero che chi inventa la barca inventa il naufragio, e che le forze tecnologiche sono impossibili da fermare e anche da arginare, comunque abbiamo dormito. Noi scettici, noi pessimisti, noi libertari, temendo di restare indietro, di farci ghettizzare, cosa che comunque ci è successa, noi logici, dominati dalla paura di passare per reazionari, di farci fare la predica da un Ghali o una Elena Cecchettin, abbiamo troppo a lungo abbozzato; adesso, non abbiamo più scampo.
Così è e sempre più così sarà. I nostri lamenti sono flebili miagolii che il vento trasporta nel nulla e presto non si sentiranno più. Oggi il telegiornale di Stato si soffermava su una non notizia, una capitana della non irresistibile Nazionale di calcio femminile, certa Sara Gama, si ritira: e allora? Allora niente. Allora tutto. Allora siamo tenuti a prenderne atto e a dolercene e a batterci il petto. Perché Sara Gama è di colore e quindi tutto un pippone sulle donne, specie colorate, che ancora patiscono il patriarcato, il razzismo, la discriminazione. La signora Sara Gama ha già pronto un posto dirigenziale, in Federazione, a 200mila euro l’anno, però si considera paladina delle donne nere italiane violentate, sfruttate, ghettizzate, vessate, una mentalità vergognosamente ipocrita, roba da fare impallidire la Paola Egonu.
Ma il tigì le ha dato spazio e tempo e senza contradditorio, anzi in un giardino di chiose che facevano sembrare l’Italia altro che la Germania nazista: un Paese a regime tribale, naturalmente bianco. Quanto a dire che l’intelligenza artificiale, cialtronaggine naturale, passa sì per i vari Gemini e OpenAI, ma anche, più banalmente, per i notiziari generalisti che ti spacciano ogni santo giorno per verità acquisite i cambiamenti climatici, le pandemie autoindotte, i vaccini salvifici e il fatto che siamo tutti gender anche se non lo sappiamo. Ma niente paura, se qualcosa va storto basta rimediare, tarare, resettare, e tutto andrà a posto. Al loro posto. Quello degli Stranamore senza anima e senza coscienza, senza storia, senza memoria, senza verità. Nell’iperrealtà senza realtà.
Max Del Papa, 23 febbraio 2024
Nicolaporro.it è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati (gratis).