“Ma che barba questo sondaggio che non dice quello che dovrebbe affermare”. Devono aver pensato questo ieri a Repubblica quando si sono trovati a dover titolare il Rapporto realizzato da LaPolis e Demos sull’uomo forte al comando e sul premierato. E infatti dal tono dell’articolo e dal titolo si evince un certo fastidio nel pubblicarlo a pagina 4.
Per spiegare bene, tanto vale prendere in prestito le parole del professor Ivo Diamanti, stranamente chiaro nella sua descrizione. “I presidenti di Regione e, soprattutto, i sindaci costituiscono (…) riferimenti importanti per i cittadini” proprio perché sono “confermati e rafforzati dall’elezione diretta”, un orientamento che “si ripropone anche sul piano del governo nazionale”. E infatti, dopo aver criticato la forma di governo pensata dalla maggioranza, Repubblica alla fine è costretta ad ammettere: “In Italia la maggioranza assoluta dei cittadini – il 55% – appare orientata in questa direzione. Cioè, verso l’elezione diretta del capo del governo”. A questo si aggiunga che il 58% degli elettori ritiene che “il Paese ha bisogno di essere guidato da un leader forte”, contro solo il 37% che ne sono spaventati.
Insomma: non bisogna certo cantare vittoria, come sa bene Matteo Renzi che – forte dei sondaggi – fece una scommessa sul referendum costituzionale che gli è costata la carriera politica. Però i numeri confermano che gli allarmi sul rischio di regime o di deriva autoritaria non sono affatto condivisi dalla maggioranza del Paese. Certo: la richiesta di leader forte è alta soprattutto tra gli elettori di FdI, Lega e Forza Italia. Ma anche il 60% di quelli che si dichiarano grillini.
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