“La semplice realtà, che molti non vogliono ammettere per non doversi rimangiare scelte e prese di posizioni passate, è che contro Covid-19 le chiusure hanno funzionato – lasciando dietro danni socioeconomici e psicologici enormi – solo in conseguenza di un caso fortuito”. No, non sono le parole di un pericoloso non vaccinato, o di qualche complottista che circola sul web, ma si tratta di Guido Silvestri, autorevole virologo presso la School of Medicine della Emory University di Atlanta, a capo del board internazionale dell’istituto Spallanzani di Roma.
Questo caso fortuito sarebbe il cosiddetto indice di riproduzione di base R0, che per quanto riguarda il virus originale di Wuhan era “tutto sommato piuttosto basso e risentiva di certe misure di contenimento”. Per R0 si intende il numero medio di infezioni secondarie, prodotte da ogni persona positiva, all’interno di un popolo non soggetto ad agenti patogeni come quello europeo. In tale ambito, “a inizio pandemia e in pieno caos sanitario un breve lockdown ci stava“, ma l’idea “che il Covid si potesse e dovesse fronteggiare, eliminando a tempo indeterminato la socialità tra le persone, passerà alla storia come una delle idee più stupide e dannose mai partorite dalla mente umana”.
Silvestri su Facebook offre anche un esempio concreto. Il famoso “caso fortuito” di cui parlavamo sopra, ovvero l’indice R0, risultava essere molto più alto per la variante Omicron rispetto al primo ceppo di Covid-19. Eppure, le restrizioni e le chiusure sono state meno estreme rispetto a quelle dei mesi di marzo e aprile 2020. Il caso esemplare sarebbe quello della Nuova Zelanda. Come spiega il virologo, infatti, “i morti sono stati 7 per milione di abitanti prima di Omicron e 425 per milione dopo Omicron, e questo nonostante i vaccini e la ridotta patogenicità della nuova variante”, ma in presenza di un R0 maggiore rispetto al primo virus derivante da Wuhan.
Già nei giorni scorsi, il virologo Silvestri era intervenuto sul tema della restrizioni, contraddicendo i messaggi allarmistici e spargipanico delle virostar italiane da salotto: “Con la diffusione dei vaccini e l’esperienza accumulata, ci troviamo di fronte a una situazione nuova”. Ma soprattutto, grazie “all’indebolimento della patogenicità di Omicron“. Cosa, al contrario, non è stata ancora ammessa dai virologi televisivi, i quali hanno già iniziato a terrorizzare per il cenone di Natale. Secondo Fabrizio Pregliasco, infatti, dovremmo stare attenti a chi invitare il 25 dicembre perché “la risalita dei casi Covid è già iniziata” e questa potrebbe provocare un danno per i soggetti più fragili. Soluzione? Utilizzo delle mascherine, riduzione degli abbracci e “magari limitare un po’ il numero delle persone”. Insomma, come se fossimo ancora indietro di due anni.