Cultura, tv e spettacoli

Il surreale ritorno sugli schermi di James Dean

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Chi muore giace, ma non ad Hollywood: questa domenica inizieranno i lavori di pre-produzione del quarto film di James Dean. Avete capito bene: il bello e dannato di Gioventu` Bruciata, La Valle dellEden ed Il Gigante sarà di nuovo sul grande schermo. Peccato che l’attore sia morto nel 1955 in un incidente d’auto a 24 anni. Anton Ernst e Tati Golykhn non ne fanno un problema: la performance di Mr Dean sarà costruita grazie a vecchi filmati, foto e soprattutto per mezzo di un preciso lavoro di computer grafica. I due vogliono James nel loro nuovo film ispirato all’omonimo romanzo di Gareth Crocker, Finding Jack, e sono riusciti ad ottenere il consenso ed il supporto della famiglia del divo; semplicemente nessun attore sulla piazza sembrava essere adatto al ruolo di Rogan (mi sembra giusto, ce ne sono pochi), ruolo secondario ma importante.

Il film tratta dell’abbandono di più di 10.000 cani militari alla fine della guerra del Vietnam. I registi assicurano che il risultato sarà molto realistico, all’insegna di una nuova realtà cinematografica. Una sfida non da poco. Macabro? Giusto un po’, ma che ad Hollywood per certi versi abbiano il gusto dell’orrido è risaputo. Non che nessun attore sia mai stato “resuscitato” prima: seppur solo per brevi apparizioni, è stato ricostruito digitalmente Peter Cushing (Grand Moff Tarkin- tornato in Rogue One: A Star Wars Story), Oliver Reed (Il Gladiatore), Paul Walker (Fast and Furious). Tuttavia, nessun attore in pixel aveva mai avuto un ruolo quasi da protagonista.

Ma che nuova Hollywood è mai quella che ingaggia professionisti passati a miglior vita? Ernst vede in questa tecnologia la possibilità di portare sui grandi schermi intere generazioni di attori ed attrici del passato remoto e prossimo, così come icone politiche, leader storici, insomma tutti i personaggi scomparsi di cui siano rimasti fotografie e filmati. Tutto un nuovo settore di effetti speciali si sta, quindi, mobilitando e non ci resta che aspettare le sue sorprese. Ma è davvero necessario tutto ciò? Dovremmo spaventarci o incuriosirci? C’è poco da stare allegri perché il sospetto è che l’esasperazione tecnologica nasconda tanto l’incapacità di promuovere “facce nuove” quanto la volontà di stupire a tutti i costi. Ma poi, siamo così sicuri di voler trasformare in marionette i divi del passato? Una cosa è certa, da grandi non fate gli attori: mercato saturo.

Giulia Romana Zacutti, 15 novembre 2019