Il 2019 è stato dichiarato dall’Unesco “Anno Internazionale della Tavola Periodica degli Elementi”: proprio il giorno 1 marzo di 150 anni prima, il chimico russo Dmitrij Ivanovi Mendeleev inviò per la pubblicazione i risultati da lui raggiunti nel suo progetto di classificazione dei 63 elementi chimici allora conosciuti. In un mondo, il nostro, in cui gli scienziati pontificano anche su argomenti che non sono proprio loro, ma con certezze e dogmi, che non dovrebbero appartenere al loro metodo, ebbene in questo panorama è bello ritornare, come si suol dire, alle basi. L’alfabeto della materia (Carocci) di Silvano Fuso si distingue dai molti libri celebrativi usciti l’anno scorso.
Nel volume infatti l’autore non si limita a ricordare l’importante contributo di Mendeleev cui è comunque dedicato il capitolo 7 ma offre al lettore un’ampia panoramica di come sia nato e si sia sviluppato nel tempo il concetto di elemento, dall’antica Grecia fino ai giorni nostri. Silvano Fuso è docente di chimica, ed è bravissimo divulgatore con numerose monografie nel suo curriculum, molte premiate, come il suo Chimica quotidiana nel 2014 e, nel 2016, Naturale=buono? entrambi editi da Carocci. Una curiosità: l’asteroide 2006 TF7, in orbita tra Marte e Giove è stato titolato al nome di Fuso.
I diciotto capitoli del libro cominciano con la chimica dei greci e passano, attraverso gli alchimisti, alla nascita della chimica moderna e ai fondamentali sviluppi che tale disciplina ha avuto con l’avvento della fisica quantistica, la scienza sulla quale, disse il premio Nobel Dirac, poggia tutta la chimica. Fuso conclude con le moderne teorie sulla nascita degli elementi nell’universo, gli ultimissimi elementi introdotti nella tavola periodica, fino all’antimateria e alla materia oscura. Non omette di trascurare Primo Levi, chimico e scrittore di cui nel 2019 ricorreva il centenario della nascita, al quale viene dedicato un intero capitolo.
Grande spazio è dedicato all’aspetto umano dei protagonisti di questa straordinaria scienza: “La ricerca è fatta di uomini e donne in carne e ossa, emozioni, aspirazioni, desideri, idiosincrasie, paure”, ci rammenta l’autore. Il lettore troverà nella pagine del volume anche tante curiosità e aneddoti. Ad esempio, scoprirà perché Platone si chiamava così, perché il termine “bombastic” indica una persona pedante e presuntuosa, e perché alcuni grandi chimici del passato, tra cui Lavoisier e lo stesso Mendeleev, si occuparono di quelli che oggi chiamiamo pseudoscienziati, ovvero ciarlatani che spacciano per scienza semplice aria fritta.
E noi ne sappiamo qualcosa, dai climatologi da strapazzo ai novax. Particolare non trascurabile, il libro di Fuso, pur affrontando argomenti talvolta complessi, utilizza un linguaggio semplice e accessibile anche a chi non ha competenze scientifiche specifiche.
Nicola Porro per Il Giornale, 1° maggio 2020