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Il terremoto Trump fa centro: la clamorosa manovra globale sui container

I francesi di CMA-CGM annunciano un maxi investimento in porti e navi Usa. In vista anche cantieri navali e 10mila posti di lavoro americani. Macron s’inchina a The Donald?

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Dicono i sismologhi che dopo un grande terremoto è probabile uno sciame sismico, tante scosse di assestamento e non è escluso un secondo grande sisma. Nello shipping il secondo terremoto, dopo l’acquisizione di Hutchison, con i suoi 47 porti inclusi quelli strategici sul Canale di Panama da parte di una partnership Blackrock-MSC, la seconda maxi scossa non si è fatta attendere e questa volta le motivazioni e le conseguenze geo-politiche sono difficilmente equivocabili.

CmaCgm, la compagnia simbolo della grandeur francese sui mari, protagonista del recente sorpasso in classifica che l’ha portata a occupare la secondo posizione nel ranking mondiale delle società di navigazione porta container, alle spalle della MSC di Gianluigi Aponte, ha annunciato un piano di investimenti da 20 miliardi nella portualità, nello shipping e nella logistica degli Stati Uniti, preannunciando anche che almeno una trentina di sue grandi navi portacontainer batterà bandiera americana e che Cma Cgm, pronta a creare 10.000 posti di lavoro “tutti americani” oltre a investire in hub aeroportuali Usa e digitalizzazione di grandi magazzini merci negli States, si impegnerà con un successivo stanziamento a far rinascere dopo decenni un’industria cantieristica US, con stabilimenti nei quali poter costruire le grandi navi portacontainer oggi di appannaggio esclusivo della Cina.

Ma il rituale dell’annuncio dell’operazione, la storia di Cma Cgm e della sua leadership e le conseguenze geopolitiche di questa operazione sono ancora più clamorose dell’operazione in se stessa.

Partiamo dall’annuncio: Rudolph Saade, amministratore delegato di Cma Cgm, in piedi con un microfono in mano nella sala ovale della Casa Bianca; il presidente Trump seduto che illustra i fondamentali del nuovo business e poi passa la parola a Saade figlio del mitico Jacques Saade, il miliardario libanese che ormai da decenni (con una breve sosta conseguente la crisi dei noli) tiene fermo il timone di quella che è il simbolo dell’orgoglio transalpino sul mare.

La compagnia simbolo della grandeur di Parigi sul mare

Passiamo alla storia di Cma-Cgm, 47 anni sul mare, un rapporto strettissimo con il governo francese e con quell’Eliseo di Macron europeista convinto quando viene comodo, ma che non smette di strizzare l’occhio all’America di Trump, specie oggi che appare vincente su tutti i fronti.  America che, guarda caso quasi in contemporanea con l’annuncio del nuovo partner francese, ha a sua volta annunciato per la prossima settimana un nuovo programma di incentivi per la costruzione di navi negli Stati Uniti.

L’impatto geopolitico ha oggi confini insondabili: Cma-Cgm non è solo flag company della Francia sul mare; è lo strumento utilizzato dalla Francia per tessere rapporti commerciali ed economici specie in Medio Oriente (la famiglia Saade che governa la compagnia è – come detto – libanese) e in Africa. Era co-proprietaria con Bollorè di quella Bollorè Logistics Africa che due anni fa è stata venduta a MSC. Difficile pensare che l’avventura americana sia totalmente disgiunta dalle strategie dell’Eliseo.

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Inoltre, la prospettiva di realizzare negli Usa cantieri navali in grado di costruire navi container autenticamente made in US, spezza inevitabilmente un mercato che ha visto negli ultimi vent’anni la cantieristica cinese accaparrarsi la stragrande maggioranza degli ordini per nuove navi container. Ed è il caso di ricordare che fra le prime sue mosse, Trump ha annunciato l’introduzione di tasse altissime per le navi (indipendentemente dalla bandiera) che scalano nei porti Usa e sono state costruite in Cina.

Dopo l’operazione Panama, un ripresa silenziosa del progetto dei Patti di Abramo, l’accordo con MSC e ora il maxi investimento Cma-Cgm, risulta sempre più evidente che la via per Make America Great Again, è nei fatti una rotta marina.

Tornando all’impegno annunciato da Saad alla Casa Bianca L’investimento di 20 miliardi di dollari in quattro anni includerà l’espansione dei porti per container e la creazione di un hub per il trasporto aereo di merci a Chicago, supportato da cinque nuovi Boeing 777 cargo affidati solo a piloti americani.

Trenta navi con stelle e strisce a poppa

La compagnia francese (andando incontro ai desiderata di Trump) ha anche in programma di aumentare il numero delle sue navi battenti bandiera statunitense a 30 dalle attuali 10 gestite da American President Lines.  E bandiera Usa significa autorizzazione anche a trasportare carichi militari e strategici. Nell’ambito del suo programma di investimenti negli Stati Uniti, il Gruppo CMA CGM ha dichiarato che rafforzerà la capacità di APL, che batte bandiera statunitense, e allo stesso tempo creerà capacità nell’ambito delle risorse marittime statunitensi attraverso nuovi posti di lavoro e il relativo trasferimento di competenze e tecnologie.

“Questi impegni rafforzeranno la posizione di APL come vettore leader nel trasporto di merci governative negli Stati Uniti”, ha dichiarato CMA CGM. Un’idea che da parte italiana era stata sviluppata con scarso appoggio dall’indimenticato Ceo di Fincantieri, Giuseppe Bono, con l’apertura di un cantiere navale a Marinette, negli States.

CMA CGM ha dichiarato che svilupperà le infrastrutture portuali in località chiave degli Stati Uniti, tra cui New York, Los Angeles, Dutch Harbor (Alaska), Houston (Texas) e Miami (Florida). Secondo CMA CGM, gli investimenti contribuiranno all’efficienza delle operazioni e delle catene di approvvigionamento, accelereranno la digitalizzazione e miglioreranno la connettività e la sicurezza per le persone e le merci.

Ulteriori investimenti nella logistica statunitense e nell’infrastruttura digitale della catena di approvvigionamento saranno effettuati attraverso lo sviluppo di piattaforme di stoccaggio e di logistica automobilistica in tutto il Paese e l’apertura di un nuovo centro di ricerca e sviluppo logistico a Boston, incentrato su soluzioni avanzate di robotica e automazione.