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Il Terzo Polo

Il Terzo Polo è già cotto: il retroscena su Renzi e Calenda

Tensioni tra l’ex rottamatore e il leader di Azione: “La presidenza spetta a me”, ma Renzi ha i numeri per ribaltare la scena

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“Carlo, stai sereno” che il Terzo Polo è già in crisi prima di nascere. Ebbene sì, volano rumors tra Calenda e Renzi, in vista delle prossime consultazioni con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per la formazione del primo governo della legislatura.

Renzi assente

La delegazione centrista sarà composta solo dal leader di Azione, dall’ex ministro renziano nel Conte II, Teresa Bellanova, e dai due capigruppo eletti ieri: Matteo Richetti alla Camera e Raffaella Paita al Senato. Il grande assente, ovviamente, è Matteo Renzi, che ha dichiarato di non poter presenziare causa impegno fuori dall’Italia.

I due leader assicurano: “Ci sentiamo tutti i giorni. È incredibile che si facciano deduzioni sulla delegazione”. Eppure, una simile anomalia non può che balzare all’occhio, considerando ciò a cui ci ha abituato Renzi nella scorsa legislatura, capace di spostare gli equilibri delle alleanze – e dei governi – con un partito poco sopra alla soglia di sbarramento.

“La presidenza spetta a me”

Questa volta, però, gli equilibri sono nettamente diversi. Se è vero che Azione gode di una maggioranza – sempre risicata: solo 3 deputati in più rispetto a Iv – alla Camera; ecco che, a Palazzo Madama, la maggioranza dei senatori è a guida renziana, 5 contro i 4 di Carlo Calenda. Insomma, a livello elettorale, la sfida interna tra Italia Viva e Azione è stata un sostanziale pareggio e lo zero a zero può essere letto in due modi diversi.

Da una parte, Renzi potrebbe sfruttare questa “X” – come si direbbe in termini di scommesse calcistiche – a proprio favore, presentando sul tavolo numeri che, di certo, non mostrano una maggioranza schiacciante di Azione. Di fatto, Italia Viva potrebbe richiedere una presidenza dell’alleanza cumulata, che quindi non riguardi solo Calenda. Il leader di Azione ha già rilevato il rischio, tant’è che, poche ore fa, ha dovuto ribadire che “la presidenza spetta a me e le decisioni saranno prese da un organo collegiale”.

Copasir e Rai

Dall’altra, invece, lo scontro potrebbe non essere così radicale, ma andrebbe a riguardare solo la presidenza del Copasir e della Vigilanza Rai. Da un lato, Italia Viva vorrebbe mettere in campo Maria Elena Boschi per la presidenza della Commissione di Vigilanza Rai o per la vice presidenza della Camera; dall’altro, nelle intenzioni di Azione, quel posto dovrebbe essere ricoperto da una delle ex forziste, Mara Carfagna e Mariastella Gelmini. 

Insomma, la storia raffigura l’immagine di due leader con personalità forti, eccentriche, che non vogliono farsi mettere i piedi in testa. L’avvicinamento tra i due – ricordiamolo – è arrivato a causa dei dissidi con la coalizione di centrosinistra, Pd e PiùEuropa, optando per una corsa comune che, nei fatti, ha facilitato il raggiungimento del quorum per la raccolta delle firme e della soglia di sbarramento al 3 per cento (ed infatti i due partiti valgono insieme il 7,7 per cento). Sono ragioni che potrebbero far sopravvivere l’alleanza per tutta la legislatura appena iniziata? Forse sì, ma l’inizio non è stato uno dei migliori.

Matteo Milanesi, 19 ottobre 2022

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