La fine politica di Aboubakar Soumahoro è ormai scritta. L’autosospensione del deputato di Verdi-Sinistra Italiana, causa lo scandalo che ha portato la suocera (prima) e la moglie (poi) ad essere indagate per i reati di malversazione e truffa aggravata, non sembra bastare: la coalizione starebbe pensando di espellere il parlamentare con gli stivali.
Non è una novità, visto che lo scaricabarile di Soumahoro è iniziato ormai da tempo, sin dal momento in cui pubblicò il celebre video in lacrime sui canali social, cercando di delineare una sorta di “complottone” che lo stava travolgendo. Il deputato con gli stivali è rimasto solo, disilluso: da star del progressismo, quale è stato sin dalla campagna elettorale, si è trasformato in un liquidato dalla sinistra, proprio quella che lo aveva portato in pompa magna fino a pochissimi giorni prima.
Insomma, è il classico errore del progressismo: affidarsi alle figurine, ancora meglio se appartenente alle minoranze in nome della famosa battaglia per i diritti, tralasciando però le idee, le soluzioni, le alternative al modello politico avversario.
Il caso Soumahoro è stato l’esempio lampante. Invece che approfondire il profilo, Fratoianni e compagnia si sono gettati sulla figura, su quello che il parlamentare poteva essere, e non su quello che fosse effettivamente. Fu lo stesso prete della Caritas di San Severo, per esempio, ad allarmare il leader di Sinistra Italiana circa una candidatura di Soumahoro alle elezioni politiche, affermando “che sarebbe stato un autogol”. E così è stato: il deputato non è sotto inchiesta (si sottolinei questo aspetto), ma non può sfuggire alla critica politica rivoltata contro. Il paladino dell’immigrazione aperta, senza barriere, che si ritrova in casa una bomba giudiziaria proprio sullo stesso tema, quello per cui ha sempre lottato nella sua carriera politica. Una bomba che ormai è esplosa ed è fuori controllo.
Per approfondire:
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Ora, gli appelli all’espulsione arriverebbero direttamente dai vertici di Verdi-Sinistra Italiana, anche se Bonelli, solo tre settimane fa, aveva cassato più volte l’ipotesi radicale. Anzi, il tentativo fu quello di difenderlo, almeno all’inizio: “Rispettiamo questa scelta che, seppur non dovuta, mostra il massimo rispetto che Aboubakar Soumahoro ha delle istituzioni e del valore dell’impegno politico, per promuovere le ragioni delle battaglie in difesa degli ultimi che abbiamo sempre condiviso con Aboubakar”.
Eppure, secondo le fonti de La Repubblica, pare che l’orientamento ora sia cambiato: le indagini contro la moglie risulterebbero essere la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Insomma, la cacciata potrà essere imminente, e a quel punto Soumahoro dovrà iscriversi al gruppo parlamentare misto per passare il resto della legislatura nell’anonimato. Abbandonato proprio da chi lo aveva fatto grande.
Matteo Milanesi, 19 dicembre 2022