Il trionfo di Allah: a Pioltello la scuola richiude per Ramadan

L’Iqbal Masiq vara il calendario: in occasione del Eid el Fitr alunni a casa. Il ministero aveva detto: “Mai più feste di religioni non riconosciute”

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scuola ramadan pioltello

Alla fine non faranno passi indietro. Nonostante le polemiche, nonostante i paletti imposti dal ministro Valditara, nonostante le proteste di alcuni genitori, la scuola Iqbal Masiq di Pioltello – teatro di un duro scontro politico qualche mese fa – ha deciso di rinnovare la decisione di sospendere le lezioni in onore del Ramadan.

Le motivazioni non sono ancora state rese note, ma il calendario sì. Il 31 marzo 2025, la data più vicina al 29, in cui dovrebbe celebrarsi l’Eid el Fitr islamico, le aule pioltellesi chiuderanno i battenti per permettere al 43% degli studenti (su 1.269) di festeggiare a casa la fine del mese del digiuno. Non si tratta tecnicamente di una “festività”, se vogliamo guardare il pelo burocratico nell’uovo, ma dell’uso discrezionale di una delle tre giornate di chiusura che il consiglio di istituto può decretare di sua spontanea volontà. Senza chiederne conto al ministero.

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Alla guida dell’Iqbal Masiq c’è sempre il preside Alessandro Fanfoni, che anno scorso finì al centro del fuoco incrociato della politica. Ricevendo pure alcune minacce. “L’orientamento è chiaro, le date sono queste. I verbali, quando saranno pubblicati, le dettaglieranno – spiega al Giorno Mirko Dichio, assessore e rappresentante della quota genitori in consiglio d’istituto – . Non c’è nulla da aggiungere. Su questa vicenda si è parlato anche troppo”. Con ogni probabilità, la scuola avrà imparato la lezione e non sarà caduta nelle “irregolarità” dell’anno scorso che costrinsero il Consiglio a riscrivere la delibera contestata dagli ispettori ministeriali. Alla fine, per giustificare la chiusura, a Pioltello sottolinearono le ragioni “esclusivamente didattiche”, evidenziando come una significativa assenza di studenti, in particolare quelli di fede islamica che rappresentano il 43% del corpo studentesco, avrebbe compromesso l’efficacia delle lezioni quel giorno. Si vedrà se anche quest’anno l’istituto avrà seguito lo stesso schema.

Resta intanto da capire come reagirà il ministero dell’Istruzione. Anno scorso Giuseppe Valditara aveva “promesso” un intervento legislativo per impedire che le scuole si facessero un loro calendario parallelo di festività religiose. “Non sarà più possibile chiudere una scuola in occasione di una festività non riconosciuta dallo Stato”, aveva detto il ministro alla Camera. “La futura normativa allo studio non sarà contro questa o quella religione, ma sarà concepita per garantire la difesa della legalità, per favorire una scuola ordinata e per assicurare il principio di non discriminazione fra le religioni e le nazionalità”. Secondo Valditara il modo migliore per includere è tenere le scuole aperte, non chiuderle. “La norma che stiamo studiando è molto semplice: non consentire la chiusura delle scuole in occasione di festività religiose o nazionali non riconosciute dallo Stato italiano. Ovviamente senza nessuna discriminazione nei confronti dei ragazzi che, invece, vogliono festeggiare quelle ricorrenze e per questo saranno giustificati se rimarranno a casa. Una norma che si inserisce pienamente nel dettato costituzionale, che è pienamente rispettosa dell’autonomia e che è ancor più rispettosa delle competenze regionali a cui spetta la definizione del calendario”.

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