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Il trucchetto dei manager di Terna: il blitz in sordina per alzarsi lo stipendio

Tetto alla paga dei dirigenti pubblici? Non in Terna: domani il Cda, ecco cosa stanno preparando

© Pierluigi Palazzi tramite Canva.com

Chissà se Giorgia Meloni e l’attento ministro delle Finanze Giancarlo Giorgetti, i quali hanno appena deciso di ridurre gli stipendi ai dipendenti pubblici nelle controllate non quotate ad un massimo 160mila euro, sanno che cosa sta per avvenire domani in una loro controllata che si chiama Terna.

La società ha come Amministratore delegato Giuseppina Di Foggia, che prende poco più di 4 milioni di euro all’anno, e come Presidente Igor de Biasio, che ruota intorno ai 400mila. Non si tratta, come ci rivelò un suo ex boss, di una società particolarmente complicata da gestire. È una di quelle aziende in cui si dovrebbe fare la fila per sperare di diventarne amministratori delegati, trovandosi nella favolosa condizione di avere un rendimento garantito per ogni investimento avviato. Eppure gli stipendi dei manager, come si vede, sono favolosi.

Quello che forse il premier e il ministro dell’Economia non sanno è che domani alle 9.30 ci sarà un Consiglio di Amministrazione che si preannuncia imbarazzante. Sulla carta bisogna creare un nuovo comitato Esg (chi mai potrebbe essere contrario alla costituzione di un conciliabolo che si occupi della moda delle mode?), ma ovviamente questo comitato ha bisogno di nuovi membri che ne facciano parte. E qui sta il trucchetto. L’idea è quella di pescare i nuovi componenti Esg da un altro comitato interno, quello per le remunerazioni, in sostanza quello che decide gli stipendi, così da svuotarlo e prenderne il controllo.

Spostati altrove i membri indipendenti del comitato remunerazioni, infatti, la strada ai ritocchini sarà spianata. La volontà dei nuovi vertici e quella di rivedere le proprie paghe (si favoleggia addirittura di un raddoppio). Per la Di Foggia la richiesta è anche quella di portare da due a tre anni la buonuscita qualora dovesse essere silurata dal governo. Il tutto ovviamente lo vedremo solo alla prossima assemblea di bilancio che sarà tenuta ad approvare le remuneration policy.

Niente male per una società che non sta brillando in Borsa, e che ha investimenti ridotti rispetto alle passate gestioni. E pensare che in un’azienda come Terna l’unica cosa che bisognerebbe fare è proprio quella di incrementare i capex, fondamentali per allacciare alla rete elettrica i nuovi impianti necessari per la transizione energetica. La Di Foggia non lo ha fatto. E sul mercato si inizia a pensare che tra 12/18 mesi si potrebbe creare la necessità di ulteriore capitale.

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