di Paolo Becchi e Nicola Trevisan
La domanda è ovviamente ironica, ma viene spontanea da questo rapporto del Cdc dal quale sembra quasi che il vaccino abbia effetti miracolosi persino sulla mortalità complessiva. Il recentissimo studio danese di aprile 2022 diretto dalla dott.ssa Christine Benn sembra però smontare la valutazione del Cdc. Studi controllati randomizzati mostrano in effetti una certa riduzione della mortalità complessiva nei vaccinati con adenovirus-vettore, dove il RR (rischio relativo) fra gruppo placebo e vaccinati risulta pari a 0,37, ma non nei vaccinati con mRNA, dove con un RR=1,03 ci sono stati gli stessi decessi fra i due gruppi.
La domanda, quindi, sorge spontanea: alle persone sono stati somministrati vaccini che non funzionano (Pfizer/Moderna) invece di vaccini che funzionano (AstraZeneca/Johnson & Johnson)? Si noti che questo risultato contrasta con la valutazione pubblicata dal Cdc nell’ottobre 2021, dando così maggiore credito alla teoria secondo cui le osservazioni sull’efficacia negli studi retrospettivi sono statisticamente manipolate.
Come vedremo nelle tabelle espandendo le cause di mortalità, oltre quella da Covid-19, scopriamo che il rischio di mortalità resta invariato per i vaccini mRNA. Se i vaccini mRNA sono efficaci come potrebbe essere possibile questo risultato? Ecco alcune nostre ipotesi in risposta a tale domanda:
1. I vaccini mRNA sono efficaci solo per sopprimere i sintomi nei pazienti con rischio Covid-19 basso, per i quali la malattia non sarebbe mai stato una preoccupazione seria. Vale a dire che i cosiddetti Rct (studi controllati e randomizzati) sono stati inadeguati per il compito di test in base ai dati demografici prescelti.
2. Il Covid-19 rappresenta una percentuale troppo piccola della mortalità per tutte le cause di cui preoccuparsi, il che significa che non c’è una crisi sanitaria abbastanza grave da giustificare una sperimentazione di massa affrettata.
3. i vaccini mRNA funzionano per fermare la malattia Covid-19, ma solo nei casi causati dal virus originario Sars-Cov-2 il quale ormai è mutato milioni di volte fonte.
I risultati dello studio danese
In medicina, il gold standard per l’evidenza sono gli studi randomizzati e controllati (Rct), in quanto evitano bias di studio a favore o contro il vaccino. Il punto chiave è uno solo: prevenire il decesso. La domanda decisiva è: questi vaccini salvano vite? Lo studio danese riportato risponde a questa domanda e ad oggi è il primo studio ad aver fatto un’analisi simile.
Quando i vaccini mRNA Pfizer e Moderna sono stati approvati dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense, tale decisione si è basata sugli Rct (analisi dei gruppi di controllo randomizzati). Gli Rct presentati alla FDA hanno mostrato che i vaccini riducevano le infezioni sintomatiche da Covid, reclutando per lo più una popolazione di giovani e adulti di mezza età (che poi si è evidenziato come difficilmente morivano di Covid), ma questi studi non sono stati progettati per determinare se i vaccini riducevano anche la mortalità. Ciò è stato semplicemente assunto come implicito corollario.
La possibilità di osservazione degli effetti del vaccino è stata ulteriormente ostacolata dal breve follow-up di questi studi presentati all’ente, dal momento che i gruppi di controllo una volta arrivata l’autorizzazione emergenziale del farmaco, non sono stati più seguiti. Quindi l’aspetto sull’impatto dei vaccini sulla mortalità complessiva non è stato adeguatamente studiato.
I vaccini sono stati sviluppati per il Covid-19, ma per valutare correttamente un vaccino, dobbiamo guardare anche ai decessi non Covid, alla mortalità totale. Ci sono reazioni avverse indesiderate che portano alla morte? Non vogliamo, insomma, un vaccino che salvi la vita di alcune persone ma ne uccida altre. Inoltre, grazie al vaccino ci potrebbero essere anche vantaggi non intenzionali, come la protezione accidentale contro altre infezioni. Per un confronto corretto anche questo dovrebbe essere parte dell’equazione.
Questi i risultati dello studio per le due macro-famiglie di vaccino:
Ci sono prove evidenti che i vaccini a vettore virale abbiano ridotto la mortalità totale. Per ogni 100 decessi nei non vaccinati, ci sono solo 37 decessi tra i vaccinati, con un intervallo di confidenza del 95% compreso tra 19 e 70 decessi. Questo risultato deriva da cinque diversi campioni di Rct per tre diversi vaccini, ma è principalmente guidato dai vaccini AstraZeneca e Johnson & Johnson.