Secondo quanto riportato dalla sezione economica di Agi, il colosso farmaceutico americano Pfizer ha archiviato il terzo trimestre con una perdita netta di 2,38 miliardi di dollari (42 centesimi per azione) legata a una già nota svalutazione delle sue scorte di vaccini e cure contro il Covid a causa del calo delle vendite. Il gruppo ha annunciato il 13 ottobre un deprezzamento delle sue scorte nel terzo trimestre pari a 5,5 miliardi di dollari, di cui 4,6 miliardi solo per il farmaco Paxlovid. Ha poi rivisto al ribasso le sue previsioni per l’intero anno, cosa che ha mantenuto.
Ora, leggendo la notizia, a tutta prima mi è venuto in mente un celebre aforisma attribuito al padre del comunismo, Karl Marx, secondo cui “la storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa.” Sebbene la frase originale sembra che fosse più articolata, traendo spunto da una riflessione di Hegel, essa sintetizza perfettamente la parabola di alcuni colossi farmaceutici che, grazie alla follia vaccinista che ha sconvolto soprattutto il mondo occidentale, hanno a lungo beneficiato di una bolla sanitaria, se così vogliamo definirla, la quale era inevitabile che esplodesse in modo fragoroso, facendo tracollare i relativi fatturati, gonfiati in una misura senza precedenti.
E se la tragedia è stata quella di aver indotto – o costretto come in Italia – la maggioranza della popolazione sana a farsi inoculare un siero che nel migliore dei casi rappresentava solo un enorme spreco di risorse umane e materiali, la farsa potrebbe realizzarsi se l’enorme massa di sprovveduti terrorizzati e di furbetti saliti velocemente sul carro dei vaccini oggi, dopo aver decantato le sorti certe e progressive di questi presunti elisir di lunga vita, iniziassero una generosa sottoscrizione in favore degli stessi colossi farmaceutici. Una sottoscrizione in segno di riconoscenza per la moltitudine di vite salvate da questi ritrovati sperimentali a mRna: addirittura 20 milioni in tutto il mondo, secondo quando disse a suo tempo l’allora ministro della Salute, l’evanescente Roberto Speranza, di cui ben 150mila solo in Italia, riportando una stima pubblicata dall’Istituto superiore di sanità.
Salviamo chi ci ha salvato la vita, in tal modo potrebbe essere intitolata la vasta e meritoria campagna per salvare i bilanci sgonfiati di queste colossali aziende, da sempre dedite unicamente a salvaguardare la salute dei comuni mortali.
Claudio Romiti, 31 ottobre 2023