La chiusura del rapporto professionale tra il Milan e la coppia Maldini-Massara ha sicuramente scosso l’ambiente rossonero attirando le attenzioni degli addetti ai lavori. Se soltanto alcuni giorni prima il club aveva annunciato il tanto agognato rinnovo di contratto di Rafa Leao, in pochi avrebbero immaginato una svolta così improvvisa e rapida a livello di assetti dirigenziali.
Sul fatto che il rapporto tra la proprietà (Red Bird) e la coppia di uomini mercato (Maldini e Massara) non fosse così idilliaco vi erano già dei sospetti fin dalla scorsa estate quando il rinnovo di contratto dei due dirigenti era slittato più volte e ad un certo punto sembrava si potesse consumare la rottura, rottura che di fatto si è poi consumata, in modo non amichevole, a distanza di quasi un anno. Sulle motivazioni che hanno condotto alla separazione è difficile trovare risposte univoche, tuttavia con ogni probabilità i dirigenti hanno “pagato” l’ultima stagione ritenuta insoddisfacente, figlia anche e soprattutto di scelte di mercato rivelatesi errate.
È giusto tributare a Maldini e Massara il merito per essere stati tra i principali artefici del percorso che ha portato ad uno storico 19° Scudetto; la scelta di Pioli per il dopo Giampaolo e quella di proseguire con il tecnico emiliano quando ormai Rangnick sembrava ad un passo dalla panchina rossonera si sono rivelate lungimiranti. Allo stesso tempo, un sapiente mix di operazioni di mercato intelligenti unito ad un’importante opera di valorizzazione della rosa a disposizione ha innescato un processo di crescita virtuoso che ha dapprima permesso di raggiungere un 6° posto (con qualificazione all’Europa League) in campionato nel 2020, poi un 4° posto con annessa qualificazione Champions nel 2021 fino ad arrivare ad un indimenticabile 2022 suggellato da uno scudetto per certi versi inatteso ma conquistato con pieno merito. Quel percorso di crescita che aveva portato al tricolore non ha trovato nuovo slancio nell’ultima stagione quando forse ci si attendeva una ulteriore conferma ad alti livelli.
L’ottimo percorso in Champions, bruscamente interrotto in semifinale per mano dell’Inter ha in qualche modo “salvato” un’annata che tuttavia non ha convinto fino in fondo. Mai in lotta per la vittoria del campionato (stravinto dal Napoli), estromesso anzitempo dalla Coppa Italia (fuori agli ottavi con il Torino) e uscito con le ossa rotte dal derby con l’Inter in Supercoppa Italiana. Uno degli specchi di questa stagione è proprio il confronto, per certi versi impietoso, con la Milano nerazzurra con gli ultimi 4 derby (Supercoppa, sfida di ritorno di Campionato e doppio incrocio in Champions) consecutivi persi ed uno score di zero gol segnati e ben 7 reti subite.
Il 4° posto arpionato nel finale di campionato che garantirà la partecipazione alla prossima Champions va poi analizzato in modo critico in quanto senza la penalizzazione inflitta alla Juventus parleremmo oggi di un Milan da 5° posto e qualificato per la “meno nobile” Europa League. Tra le cause di un’annata al di sotto delle aspettative – la cui responsabilità è stata probabilmente attribuita dalla società proprio alla coppia Maldini-Massara – un fattore chiave è quello rappresentato da una campagna acquisti estiva 2022 rivelatasi fallimentare, incapace di contribuire ad un reale rafforzamento della rosa a disposizione di Pioli.
Inevitabilmente il primo pensiero corre a Charles De Ketelaere, quello che nelle intenzioni del Milan doveva essere il colpo dell’estate con un investimento importante, attorno ai 35 milioni di euro; il primo anno in Italia del belga è stato deludente con il calciatore che non si è adattato al nuovo contesto e non è riuscito a trovare una propria collocazione nello scacchiere tattico di Pioli (che comunque gli ha concesso tante opportunità in stagione). In molti auspicano che il percorso di CDK (se dovesse restare al Milan) replichi quello di Leao e Tonali, i quali dopo un primo anno in rossonero estremamente difficile si sono poi sbloccati diventando colonne portanti del club sul rettangolo di gioco; il secondo anno di CDK al Milan sarebbe quindi decisivo per capire se siamo in presenza di un grande talento e potenziale erede di Kevin De Bruyne oppure di un calciatore che verrà ricordato come uno dei più grandi flop del mercato del Milan degli ultimi anni.
Se il belga è l’uomo copertina di un mercato di fatto insoddisfacente (anche e soprattutto in relazione all’investimento fatto dalla società su di lui), escludendo il difensore tedesco Thiaw (che ha mostrato di essere un calciatore interessante su cui poter puntare), quasi tutti i nuovi arrivati nel mercato estivo 2022 hanno in qualche modo deluso. Origi, giunto a parametro zero dal Liverpool, nelle idee della società doveva rappresentare una affidabile e valida alternativa ai non più giovanissimi Giroud (autore di una grandissima annata) ed Ibrahimovic (che di fatto ha trascorso tutta la stagione ai box annunciando poi il ritiro dal calcio giocato). Il belga ha iniziato la stagione a rilento per effetto di guai fisici e quando è stato impiegato non ha mai convinto rimanendo ai margini del progetto e costringendo Pioli ad affidarsi stabilmente ad un Giroud sempre sugli scudi nonostante i 36 anni di età.
Anche i vari Dest, Vranckx e Adli hanno deluso le attese e non hanno dato un contributo tangibile alla causa rossonera. Ad un mercato per certi versi fallimentare si sono poi affiancati un calo nel rendimento di alcuni giocatori chiave dello scudetto e svariati infortuni che hanno colpito pedine fondamentali della squadra, conducendo così nel suo complesso ad una stagione senza particolari acuti (eccezion fatta per il traguardo della semifinale di Champions).
Ora, archiviato il rapporto con Maldini-Massara, il Milan sembra voler optare per una riorganizzazione interna con l’ad Furlani sempre più focalizzato sul mercato, coadiuvato dal capo dello scouting rossonero Moncada e prevedendo altresì un maggiore coinvolgimento di Pioli sulle scelte di mercato. Proprio in virtù di questa svolta è lecito attendersi che il club si orienti su profili di calciatori differenti rispetto a quelli su cui stavano lavorando Maldini e Massara, marcando un segno di discontinuità con l’impostazione da questi adottata; tuttavia ciò che non cambierà sarà l’approccio di fondo, improntato all’individuazione di profili di calciatori preferibilmente giovani e dal grande potenziale di crescita, escludendo quindi qualsiasi follia di mercato.
In ogni caso sarà essenziale avere le idee chiare e muoversi fin da subito per dare slancio al mercato; quello in uscita sarà fondamentale per “liberarsi” di vari esuberi, risparmiando sul monte ingaggi ed accumulando grazie alle cessioni un tesoretto da reinvestire prontamente sul mercato in entrata che dovrà garantire l’arrivo di profili funzionali al progetto, in grado di rafforzare la competitività dell’organico e recuperare il terreno perduto con gli errori commessi nell’estate 2022.
Enrico Paci, 8 giugno 2023