La sinistra è sempre dalla parte delle restrizioni, delle chiusure, delle certificazioni: insomma, è sempre per l’aumento del potere statale e il controllo delle persone. C’è un modello storico collaudato: la dittatura del proletariato che diventa dittatura sul proletariato.
Il principio secondo il quale tu fai ciò che ti dico perché io so ciò che tu non sai – il Bene – e se tu lo sapessi faresti la stessa cosa sembra un bellissimo e giusto principio. In realtà, è la vecchia dottrina metafisica del Vero Io – dentro di te c’è un Io che tu non conosci ma io, in genere il Partito, sì e ti aiuto per il tuo bene – che con il Novecento totalitario ha trovato realizzazione unendo mostruosamente Verità e Potere nello Stato.
Per quanto possa sembrare assurdo e straniante, siamo immersi ancora in questa cultura in cui, con il potere tecnico e il positivismo ingenuo, il dispositivo illiberale si innesca in modo spontaneo e inconsapevole per la necessità della sicurezza. La classica trappola per topi.
La vostra libertà finisce là dove inizia il loro comunismo. Alcune varianti: la vostra libertà finisce là dove inizia il loro statalismo; la vostra libertà finisce là dove inizia il loro fiscalismo; la vostra libertà finisce là dove inizia il loro “correttismo”; la vostra libertà finisce là dove inizia il loro monopolio scolastico.
Ho letto il livoroso articolo di Odifreddi su Cacciari e Calasso. L’unica cosa che si capisce è che Cacciari pubblica per Adelphi e Odifreddi no.
Il Maestro ricordava che il puro matematico è un puro asino e, parimenti, il puro filosofo è un puro asino. La cultura moderna, che sia scienza, che sia filosofia, non può non coltivare la dimensione storica dell’essere. Inevitabilmente, l’anti-storicismo è il volto che assume la cultura moderna nel disconoscere la sua qualità. Ed è un volto illiberale in cui, di volta in volta, o il potere o il sapere – o il loro nefasto matrimonio – sono tracotanti o barbari.
Si inizia con l’inclusione e si finisce con il green pass.
Giancristiano Desiderio, 4 agosto 2021