Sordi al garantismo, hanno subito insinuato un regolamento di conti fra drogati, e sono gli stessi che se un’orda di migranti fa a pezzi una adolescente dopo averla stuprata, invocano la scriminante della tossicodipendenza dei carnefici. Luca il sovranista non merita pietà, né etica, né scrupolo professionale, né cautela, né la riservatezza che scatta inesorabile ogni volta che c’è da coprire un assassino esotico; Luca merita quello che gli è successo nel nome di una ideologia grondante rosse parole d’amore.
Inutile girarci tanto intorno, siamo sempre al caro vecchio “un fascista di meno, un fascista al cimitero”. Con amanti come questi, chi ha bisogno di odiatori?
Max Del Papa, 26 ottobre 2019