Esteri

Il video del massacro, le confessioni, le torture: chi sono i terroristi di Mosca

Le forze di sicurezza russe portano in tribunale i quattro accusati dell’attacco al Crocus Musical Hall. Ma il Cremlino punta il dito su Kiev

L’attacco armato che ha provocato un massacro Crocus Music Hall, con 143 vittime e diversi feriti, si è trasformato ora in una sorta di mistero. La Russia ha già fermato 11 persone coinvolte nella pianificazione terroristica, tra cui i quattro presunti autori materiali. Sarebbero stati loro ad aprire il fuoco contro i civili inermi pronti a partecipare ad un concerto. L’Isis ha rivendicato, ha pubblicato le fotografie dei “combattenti”, ha mostrato i video delle bodycam con il tremendo film degno di un mattatoio. Eppure il Cremlino non ci crede, o non vuole credere, alla pista jihadista cercando un collegamento con l’Ucraina.

L’ha detto Vladimir Putin nel suo discorso alla Nazione, dove non ha mai citato l’Isis (che pure aveva già diramato un comunicato di rivendicazione) né ha indugiato sulla nazionalità degli attentatori (tutti del Tajikistan), ma ha sottolineato come i terroristi siano stati fermati a pochi chilometri dal confine ucraino dove avrebbero avuto dei contatti per riuscire a superare la frontiera. Il Cremlino punta ancora il dito contro l’Ucraina, lascia intendere vi sia una qualche connessione tra Kiev e gli assalitori. Lo stesso dicasi per i canali di propaganda russa anche se ieri Putin e il presidente tagiko Emomali Rahmon  si sono sentiti al telefono e hanno concordato di voler contrastare il terrorismo e che questo lavoro sarà intensificato”.

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In fondo i comunicati dello Stato Islamico rilanciati da Amaq sono chiari e inequivocabili. Il film dell’orrore dura 1 minuto e mezzo e si vedono gli attentatori sparare a bruciapelo ai civili, appiccare un incendio, accanirsi sulle vittime inermi con un coltello. Tutti invocano Allah. Nell’interrogatorio, se così si può chiamare, subito dopo l’arresto uno di loro ha confessato di aver ricevuto denaro per portare a termine l’azione. Sarebbe stato reclutato su Telegram dall’assistente di un predicatore e di aver ricevuto una prima trance di un pagamento totale di circa 5mila euro. Un altro invece giura di aver gettato le armi dall’auto mentre si dirigevano in Ucraina.

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I quattro sospettati sono stati portati in tribunale. Ognuno di loro mostra i segni delle torture che avrebbero subito, a partire dall’uomo cui è stato tagliato l’orecchio subito dopo la cattura con il soldato russo che cercava di fargli mangiare quel pezzo di carne umana. Altri filmati circolati sui social mostrano i soldati russi torturare con le scosse elettriche un uomo collegato ad alcuni elettrodi. Gli arrestati sono Dalerjon Mirzoev, Saidakrami Rachabalizoda, Shamsidin Fariduni e Fayzov Muhammadsobir Zokirchonovich: per loro il tribunale Basmanny di Mosca ha disposto la custodia cautelare fino al 22 maggio con l’accusa di attacco terroristico.

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I video pubblicati dall’Isis hanno permesso di confermare con una ragionevole certezza l’identità degli assalitori. I fotogrammi del massacro coincidono con i filmati degli interrogatori subito dopo la cattura e almeno tre delle quattro persone arrestate sembrano essere riconoscibili nelle agghiaccianti immagini della mattanza. Dalerjon Mirzoev ha ammesso la sua colpevolezza, confessando di essere stato lui ad appiccare l’incendio all’intero edificio del Crocus. Anche Rachabalizoda si è dichiarato colpevole. Il 19enne Mukhamadsobir Fayzov è arrivato in tribunale in sedia a rotelle e con il volto tumefatto. Per Fariduni si sta invece procedendo a porte chiuse. Gli imputati rischiano l’ergastolo.

di Franco Lodige, 25 marzo 2024

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