Il virus farà male, ma il Paese non può fallire

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Trovo che la richiesta di chiudere l’intero Paese con un nuovo lockdown per 30/40 giorni fatta dal Presidente della Campania Vincenzo De Luca sia una richiesta irrazionale.

Non perché il virus vada sottovalutato. Anzi! Il virus sappiamo da ben otto mesi e mezzo essere un virus grave, pericoloso, con un alto indice di contagiosità tra la popolazione. Non possiamo pensare che la manovra straordinaria del lockdown attuata quando non conoscevamo il quadro clinico dei pazienti infetti, non conoscevamo la cura più efficace, non conoscevamo l’indice di mortalità reale, per fascia di età e per patologie pregresse, possa passare da essere una manovra eccezionale ad una manovra strutturale.

Non possiamo farlo per due semplici ragioni:

1. Abbiamo avuto mesi per preparare le nostre strutture mediche e sanitarie alla seconda inevitabile ondata di contagi, che sapevamo sarebbe arrivata con tutta la sua potenza. Tutti eravamo coscienti del fatto che quella estiva sarebbe stata solo una breve tregua.

Non siamo stati in grado di rispondere in maniera adeguata? La colpa è solo nostra e non possiamo nascondere la terra sotto la sabbia proponendo dei lockdown senza prenderci il demerito della nostra incuranza.

2. Viviamo in un Paese che sfiora il 160% di debito sul PIL con una previsione sull’anno a -8,3%, con 90 mila imprese fallite per covid e 578 mila posti di lavoro persi nei primi 6 mesi.

Questo cosa significa? Significa che non siamo né la Svizzera, né la Germania, né tantomeno il Canada! Significa che ci stanno presentando il conto del malgoverno, degli sprechi, delle ruberie, della cattiva gestione di tutti gli anni di governo presenti e passati! Significa che se l’Italia non vorrà dichiarare all’Europa fallimento, se l’Italia non vorrà peggiorare il già tragico tasso di disoccupazione, se l’Italia non vorrà condannare a morte le Pmi sopravvissute… l’Italia non potrà assolutamente pensare di affrontare un lockdown per “30 o 40 giorni”, come richiesto dal Presidente De Luca.

Mi fa rabbia e sgomento una richiesta, pubblica, di così alto indice di gravità! Ora siamo nel periodo della convivenza con il virus. Quante volte abbiamo sentito nei talk show e nei telegiornali parlare di questo periodo di convivenza? Tante! Tantissime! Ribadisco con vigore e fermezza che se non siamo stati abbastanza capaci da organizzarci seriamente per affrontare questo momento non si può pensare di chiedere agli Italiani di suicidarsi felicemente.

Ricordo al Presidente della Campania che se la volontà è quella di chiudere un mese o più il Paese, senza quindi gli introiti delle tasse che noi paghiamo la sanità sarà al collasso. I medici ed infermieri senza stipendio. Così come anche tutto il comparto pubblico che, a differenza dei lavoratori privati, non hanno mai “favorito” della cassa integrazione; percependo sempre il 100% del loro stipendio.

Secondo questo modus operandi mi viene da pensare che nella logica politica i lavoratori privati valgano meno rispetto a quelli pubblici. Ma non è così! Il lavoro va rispettato e protetto. E non è certo con un nuovo lockdown totale che proteggeremo il lavoro, i lavoratori ed il futuro nostro e dei nostri figli.

Dobbiamo essere coscienziosi, diligenti e rispettosi. Gli Italiani lo hanno dimostrato in questi mesi, dove stiamo sopportando situazioni pesantissime dal punto di vista di salute psicologica. Noi abbiamo messo sempre la salute fisica e psichica dei nostri collaboratori al primo posto in ogni nostra scelta e decisione.

Proprio per questo la esorto a rivedere le sue dichiarazioni organizzando la sua ragione come una nostra azienda. Allora vedrà che di lockdown Nazionale non parlerà più. Il nostro interesse deve essere uno soltanto: non fermare l’Italia fermando il virus!

Giordano Riello, 25 ottobre 2020

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