In Italia c’è posto per tutti tranne che per gli italiani
Così, mentre la crisi determinata dal coronavirus ha già distrutto tanti settori dell’economia e il settore dei trasporti come quello turistico sono stati dissanguati, e un’intera popolazione continua ad essere in libertà limitata e vigilata, assistere all’accoglienza incontrollata degli immigrati – in quarantena spesata – suona come un’indecente beffa per gli italiani.
Anche perché uscire di casa continua ad essere un’azione sanzionabile oltre certi limiti, ma un immigrato qualunque che ha pagato lautamente i trafficanti e senza documenti, ha il via libera e viene anche mantenuto con cifre davvero moralmente inaccettabili. Nel frattempo il Paese si è anche autotassato per garantirsi un’eventuale assistenza sanitaria e un posto in terapia intensiva, oltre che per regalare un pasto caldo a chi è stato torturato dalla crisi sanitaria, perché l’Italia fa fatica anche a equipaggiare i suoi medici e infermieri. E ciò mentre Protezione Civile e Croce Rossa continuano a chiedere donazioni.
A Lampedusa i cittadini sono esasperati per gli sbarchi e per gli immigrati a zonzo scappati dalla quarantena. E come segnala Gianandrea Gaiani “dal 2013 sono stati spesi in Italia 20 miliardi per i costi vivi di accoglienza di oltre 700mila immigrati illegali”.
Così il coronavirus ci ha regalato anche un’altra lezione: in Italia c’è posto per tutti tranne che per gli italiani. Mentre siamo solo all’inizio di una nuova intensificazione degli sbarchi. Per lo più si tratta di tunisini e marocchini che non hanno diritto all’asilo, e che anzi andrebbero riconsegnati alle autorità tunisine e libiche che peraltro l’Italia sovvenziona con diversi milioni di euro ogni anno.
Lorenzo Formicola, 11 maggio 2020