Adesso basta. Adesso è arrivata l’ora di fermarla. Chiara Ferragni sta facendo quello che neanche gli eroi più negativi del rock’n’roll hanno fatto: sta spegnendo una generazione. Certo non inietta droga nelle vene dei più giovani ma inietta qualcosa ancora di più letale: aria.
Ogni foto di Chiara Ferragni è, come minimo, un cervello in meno che perdiamo. Con le sue “stories” su Instagram inquina il mondo più degli impianti di siderurgia e delle centrali a carbone: i suoi seguaci, a questo punto bisogna chiamarli così, pendono dalle sue labbra, dalle sue foto che raccontano non la storia di chi ce l’ha fatta – come erano e sono molti industriali che hanno reso celebre la nostra Italia. Chiara Ferragni non mostra mai il percorso, che pur bisogna darle merito di aver costruito dal nulla, ma sempre il risultato: la ricchezza. Non c’è mai un post, una foto, una immagine che mostri chi lavora con lei, quante persone fa lavorare: ma poi ci saranno davvero? Servono centinaia di persone per mettere a posto dei vestiti a casa?
Chiara Ferragni mette in (s)vendita persino suo figlio Leone, alias Leoncino, che è una vittima sacrificale al servizio di brand e aziende di moda. Se fossimo in un paese governato seriamente dovrebbero intervenire i servizi sociali e togliere ai genitori la patria potestà per sfruttamento della prostituzione di minore.
Chiara Ferragni va fermata. Sta creando una nazione di minorati mentali: di ragazzine e ragazzine che la seguono più di quanto imitano il peggiore rapper. Perché Chiara Ferragni è un marchio che si inietta senza bisogno di siringhe, lacci emostatici e sangue: i danni non sono visibili immediatamente in una società che vede la ricchezza come obbiettivo e non come un percorso di formazione che ci porti ad una nuova partenza.
Cosa resta a noi? Nulla. Solo acquistare. Perché siamo i primi colpevoli. Più che consumatori siamo consumati. Più che acquirenti siamo acquistati. Lo siamo noi adulti, immaginiamo i ragazzini e ragazzini che seguono Chiara Ferragni. Non hanno visto, per la maggioranza, il suo film (che sarà trasmesso finalmente a fine novembre su Amazon Prime). Un film che racconta la sua storia, la storia di una ragazza che si è fatta da sola, che ha combattuto, che ha pianto, che ha sofferto per costruire la propria impresa imprenditoriale.
Ecco tutto questo non appare nella Chiara Ferragni di Instagram: su Instagram c’è il vuoto pneumatico, c’è l’idiozia del sorridere a tutti i costi, dell’esibire la ricchezza, il figlio che pronuncia “mamma, papà, tata” sullo sfondo di grattacieli di panorami di desolazione di gusto, di pacchianeria, di non educazione alla Bellezza ma alla moda, che è un’altra storia e non l’ennesima stories.
Questa è Chiara Ferragni: una ragazza geniale ma che comunicativamente non comprende. Non ti rendi conto Chiara di quel che stai facendo su Instragram? Persino Kim Kardashian che più che fortuna ha avuto culo (che non manca mai di ricordarci) su Instragram è più educativa: fa vedere a chi la segue cosa costruisce, come lo costruisce, con chi lo costruisce, fa vedere i suoi fan, li trucca (gratis) per lanciare un nuovo lucidalabbra. Non si sottrae al popolo che la segue perché non dimentica di provenire dal popolo.