Politica

Ilaria Salis candidata, questa operazione mi disgusta

Che delusione il padre di Ilaria Salis: pensavo facesse tutto il possibile per tirarla fuori dal carcere e invece la piazza in lista con Fratoianni e Bonelli

La vera storia incredibile di oggi è la candidatura di Ilaria Salis. Su questo devo fare mea culpa: io pensavo che il padre facesse sul serio quando insisteva per venire a raccontare la storia di sua figlia a Quarta Repubblica. Io ho preso a cuore la questione di Ilaria Salis perché per me 13 mesi di carcerazione preventiva sono un obbrobrio. Adesso però ho capito l’enorme delusione che ho ricevuto da questo padre che pensavo facesse tutto il possibile per poter tirar fuori la figlia dal carcere. E invece fatto che sia candidata da Fratoianni e da Bonelli come capolista, il tutto in accordo con lui, mi provoca un senso di disgusto per questa operazione politica.

Sono convinto del fatto che non si tiene una persona 13 mesi di carcerazione preventiva. Sono altrettanto sicuro che noi abbiamo mandato in onda le immagini della Salis con gli schiavettoni perché ce l’ha chiesto lei. Quindi è stata lei a voler far vedere la condizione in cui si trovava, anche se temo che anche nelle carceri italiane le persone vadano in tribunale con le catene ai polsi.

Il punto fondamentale è che con la sua candidatura con i comunisti finisce completamente questa favola dell’innocenza politica. Sallusti è poi l’unico che sottolinea un dettaglio sacrosanto nel post scriptum: la candidatura della Salis è stata fatta “in accordo con il padre”. Ragazzi ma di che stiamo parlando? In accordo con il padre? E questa sarebbe la grande battaglia contro il patriarcato di Bonelli e Fratoianni? Una si candida dal carcere ungherese per fare una battaglia perché c’è l’accordo col paparino? E questa sarebbe la grande cultura progressista della sinistra? Non diciamo scemenze: se si candida è perché l’ha deciso lei, non perché c’è un accordo col padre. Vi chiedo: aveva un accordo col padre anche quando andava in Ungheria con il suo manganello a fare il suo mestieraccio di contestatrice violenta? Perché magari è innocente, ma contestatrice violenta, visto il suo curriculum, glielo do per acquisito.

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Guardate, io pensavo che fosse la grande storia della pastorale americana, della figlia terrorista di una borghesia diciamo per bene. In realtà, qua capisco bene che c’è un filone perché, se io fossi il padre di una ragazza che fa quelle cose, farei di tutto tranne che farla candidare con Bonelli per farla diventare il nuovo Soumahoro della sinistra.

Nicola Porro, dalla Zuppa di Porro del 19 aprile 2024

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