Ilaria Salis in un post insulta milioni di elettori di destra

La neo eurodeputata vaneggia sui social: “Il sovranismo è il nuovo fascismo”. Poi invita gli antifà a fare “la loro parte”. Cosa intende?

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ilaria salis post elezioni francia

Aveva ragione il babbo addetto stampa di Ilaria Salis promettendo ai militanti di Fratoianni&Bonelli grandi sodddisfazioni dalla figlia appena eletta a Bruxelles. Per gente simile, lo vedremo subito, le soddisfazioni non mancano: altro il discorso per chi legge e, tra lo sconsolato e il rassegnato, scuote la testa. La compagna Ilaler, forse per dar prova di “essere quella di sempre” al netto dei bonifici dalla Bce, ha subito preso a sperticarsi in verbosi vaneggianti messaggi via social, dallo stile vagamente spallettiano: “Si tratta dunque di capire quale deve essere la nuova forma internazionalista dell’antifascismo, andando ad incidere sulle condizioni di vita delle ‘persone comuni’ (sic)”. L’eloquio è quello che è, pura alienazione da centro sociale, “il sovranismo è il nuovo fascismo”, l’egocentrismo tipico dei ragazzini, i senz’arte né parte che rivendicano una vita sul nulla, non esattamente di bucato; si arriva al grottesco dell’autocitazione “per chi si è sempre battuto con coerenza e sacrificio tra le fila di un antifascismo militante”.

C’è sacrificio, come nel caso di alcuni militanti antifa, nell’andare a cercare teste da spaccare come angurie (anche se si preferirebbe come Meloni)? Nel bivaccare in alloggi sottratti alle “persone comuni”? Certi voli pindarici non destano stupore, la sinistra, in particolare quella sovversiva, extraparlamentare, movimentista, gruppettara ci campa da una vita, ma è il non detto, è il sussunto, l’allusivo: che intende questa ex precaria per allegria, oggi milionaria in pectore, incastonata nei falanesteri del capitalismo che finge di esecrare su Instagram, quando invita a nuove quanto vaghe azioni di lotta contro la destra tratteggiata con le invettive tipiche da centro sociale, con minacce larvate ma chiare, di stampo guerrigliero? Vuol dire che non si deve, non si può accettare il voto francese? Che occorre reagire “facendola finita con le ambiguità” e cioè come? Il vaneggiante messaggio si chiude con l’obbligatorio simbolo insurrezionalista e l’invito fatale, “ciascuno faccia la propria parte”.

Dall’analisi, per così chiamarla, deprimente, avvilente, di questa miracolata, affiorano tratti ora ipocriti ora farseschi: si scaglia contro l’antisemitismo proprio chi milita in favore delle formazioni palestinesi che hanno come obiettivo ultimo la eliminazione di Israele? Punta il dito contro l’autoritarismo chi, ed è forse l’aspetto più inquietante, vorrebbe eliminare le spinte di “ostentato negazionismo climatico” oltre alle non meglio specificate “questioni di genere”? Qui, nell’idiozia analitica, c’è lo spirito più puro, incontaminato della sinistra che non si fa problemi, che se occorre sbandiera le sue contraddizioni: imporre, si presume con la santa violenza rivoluzionaria, la nuova ortodossia ecologica, sanitaria, economica, sessuale nel nome della crociata contro l’autoritarismo (altrui) e perfino contro la elementare tutela della libertà personale, dell’inviolabilità del proprio corpo, delle scelte che investono il proprio corpo.

Ilaler Salis scrive da ultracomunista ma si pone da ultraeuropeista fondamentalista, le sue scelte, le sue opzioni aderiscono completamente al cartello, all’agenda dell’ultraliberista Klaus Schwab: “I 440 milioni di cittadini europei vengano vaccinati con la forza, chi si rifiuta sia catturato ed eliminato”. E ancora: “Al mondo uno su due è un mangiatore inutile, almeno 4 miliardi vanno soppressi”. Coi vaccini obbligatori, bisogna dire, hanno dato una bella sfoltita, con la dittatura ecologica non sono da meno.

Una così prenderà ventimila euro al mese per i prossimi 5 anni. Nel tripudio di chi l’ha eletta e commenta sotto ai suoi camaleontici deliri: “Compagna Salis, sempre con te”. Anche in banca, ogni fine mese? Nella tirata della ex insegnante precaria, e c’è da rabbrividire all’idea di un sistema scolastico che consente simili trasmissioni generazionali di coscienza, affiorano, a volerceli vedere, spunti, elementi per una quantità di reati; il suo partito, Alleanza Verdi Sinistra, ogni mattina che Dio manda in terra vuole introdurre una fattispecie punitiva, ma “se noi si va a vedere” quello che scrive la sua militante, si potrebbe concludere per la sanzionatura di questa succursale piddina alla luce di varie istigazioni; sotto, un simpatizzante riassume nel modo più efficace: “Hai ragione compagna Ilaria! Antifascismo militante, parole poche legnate tante!”. E fin che si limita alle legnate…

Questo sarebbe il dibattito civile, democratico? Insomma, al di là delle contorsioni ci spiega una volta per tutte, “facendola finita con le ambiguità”, come intende Salis risolvere il problema del voto francese che rischia di allargarsi, della “peste sovranista“, degli “elementi più estremi e spaventosi” “i quali non sono rimossi ma lasciati agire sottotraccia, per esempio [nell’]apparente rifiuto dell’antisemitismo”: cioè se uno a destra non si dissocia è come Hitler ma se si dissocia dalle pulsioni più razziste non basta, non conta, finge, è la stessa cosa e dunque che fare? Che farne?

È tutto così miserabile se si pensa che c’è chi ha campato 40 anni così, da borghese barricadera con villa di famiglia, e a questo punto ha svoltato, ha fatto Bingo sul nulla suo, di chi l’ha imposta, di chi l’ha scelta. Poi ci sono “le persone comuni” che si fanno il mazzo ogni giorno una vita intera e magari quando tornano al tugurio lo trovano sottratto, “okkupato” da soggetti del genere. Sì, di elementi per passare alle vie legali ce ne sarebbero in quantità. Ma torniamo a chiedere, una volta per tutte: che vuol fare Ilaria Salis quando chiama a raccolta, quando incita ciascuno a fare la parte sua?

Max Del Papa, 2 luglio 2024

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