Il caso di Ilaria Salis, la docente tenuta in catene al processo in Ungheria, è ormai tema di dibattito politico. L’attenzione si è spostata dalla logica richiesta di un adeguato trattamento di un detenuto in un Paese occidentale alla più classica delle polemiche partitiche. Da un lato la sinistra sinistra accusa il governo e Giorgia Meloni di non aver fatto nulla, di andare a braccetto con Viktor Orban e i suoi metodi non esattamente democratici. E dall’altro la Lega decide di non partecipare al processo di santificazione della giovane, già in corso su diversi media.
Le catene a Ilaria Salis
Le immagini di Ilaria, ammanettata, tenuta ad una catena e con le “ganasce” ai piedi, sono inaccettabili. Quale che sia il reato di cui è accusata, in questo caso aver aggredito insieme ad altri antifascisti dei militanti di estrema destra in Ungheria. I principi garantisti impongono di inorridire di fronte al trattamento riservato a un presunto innocente, come la Salis è fino a prova contraria. E questo anche un pezzo di Lega lo riconosce: “Ho sentito le denunce del padre – ha detto stamattina Riccardo Molinari , capogruppo del Carroccio – abbiamo visto le immagini del trattamento inumano con le catene ai piedi, il guinzaglio, gli agenti col mitra e il passamontagna. Se dovesse essere colpevole, nessuno giustifica chi va a manganellare persone in giro, ma nell’Unione europea dovrebbe esserci lo stesso standard di diritti, quelle condizioni dal mio punto di vista non sono compatibili con uno Stato dell’Unione europea”.
Sbaglia però chi si augura, come Raffaella Paita (IV), che “vista l’amicizia tra Orban e Meloni” Ilaria “torni a casa presto”. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ricordato alle opposizioni che il governo può avanzare delle proteste formali a Orban, ma che anche a Budapest – come in Italia – la magistratura è indipendente e di certo uno Stato straniero non può immischiarsi in un procedimento giudiziario in corso. La Farnesina ha convocato l’ambasciatore ungherese in Italia per capire per quale motivo “non sono state rispettate alcune regole fondamentali sul trattamento dei detenuti”. E il nostro rappresentante a Budapest presenterà delle proteste formali. Insomma: le mosse diplomatiche sono state avviate, magari in ritardo come denuncia il padre di Ilaria, e adesso si tenterà di riportare la Salis in Italia in atteso del processo in modo da garantirle le condizioni di detenzione “più umane”. Prima tuttavia deve ottenere gli arresti domiciliari.
La lega all’attacco
C’è poi l’altro piano. Quello che riguarda la militanza di Ilaria Salis. I giornali la definiscono “un’idealista”: l’impegno nel centro sociale di Monza, le manfiestazioni antifa, qualche precedente per resistenza a pubblico ufficiale. “Siamo certi che la maestra Ilaria Salis saprà dimostrarsi innocente dopo essere finita nei guai in Ungheria perché arrestata con un manganello a una manifestazione di estrema sinistra e accusata di aver aggredito due persone – scriveva ieri in una nota il deputato leghista Rossano Sasso – Le immagini di Ilaria Salis in manette non ci lasciano indifferenti, ma se fosse colpevole – e non vogliamo nemmeno immaginarlo! – sarà doveroso radiarla dalle graduatorie ministeriali: d’altronde la sua ultima supplenza risale al 12 gennaio 2023 ed era terminata il giorno prima di recarsi in Ungheria. Confidiamo nella saggezza dei giudici di Budapest che – rassicuriamo la sinistra italiana e i suoi media – non sono controllati da Orban, con l’auspicio possano confermare che in classe i nostri figli non rischieranno di trovare una facinorosa”.
“Accusata di un’aggressione anti-Salvini”
L’affondo contro la Salis si è ripetuto anche stamattina, quando la Lega ha diffuso una nota per ricordare che Ilaria “è accusata di aver partecipato ad una aggressione anti-Salvini”. “Il 18 febbraio 2017, a Monza, un gazebo della Lega veniva assaltato da decine di violenti dei centri sociali, e le due ragazze presenti attaccate con insulti e sputi da un nutrito gruppo di facinorosi – si legge in una nota – Per quei fatti Ilaria Salis è finita a processo, riconosciuta dalle militanti della Lega. Auspichiamo che la donna, di professione insegnante e definita dai sempre attenti giornali italiani ‘un’idealista’, possa dimostrarsi innocente in tutti i procedimenti che la riguardano. Le sue vicissitudini nelle aule di tribunale offrono l’opportunità di ribadire che il legittimo esercizio del dissenso non può mai sfociare in episodi di violenza, soprattutto se particolarmente odiosi come quelli messi in atto contro giovani indifese aggredite da un branco come successo a Monza”.
Da Bruxelles, anche il ministro Matteo Salvini segue la stessa linea: “Spero che si dimostri innocente perchè qualora fosse ritenuta colpevole di atti di violenza imputabili a un insegnante elementare che gestisce il presente e il futuro di bimbi di sei, sette, otto anni sarebbero assolutamente gravi – ha detto – Il fatto che poi sia processo anche in Italia per altri episodi di violenza e altre aggressioni sicuramente è spiacevole. Però le catene in un tribunale non si possono vedere”.
I legali smentiscono
Sul caso sono però intervenuti i legali della giovane. A Radio Capital, Eugenio Losco ha precisato che è già presente “una sentenza di assoluzione”, dunque si tratta di “imprecisioni e falsità”. “Questo è ridicolo. Ilaria è stata assolta per non aver commesso il fatto, la Lega di Monza si poteva costituire parte civile nel processo e non lo ha fatto. Quindi non so di cosa stia parlando questo avvocato. Fra l’altro le due militanti della Lega sono state sentite come testimoni, come anche il segretario cittadino di Monza, sono informati dei fatti. Questo è ancora più grave. Se è solo propaganda? Esattamente”.
Franco Lodige, 31 gennaio 2024
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