Durante la Zanzara nella Zuppa, Nicola Porro e Giuseppe Cruciani hanno commentato ampiamente il caso di Ilaria Salis. Non ci sono dubbi: ogni Stato europeo deve garantire condizioni di detenzione idonee a tutti, anche all’antifascista italiana da 11 mesi in attesa di giudizio.
Da qui a santificarla però ce ne passa. E non perché ha collezionato denunce e quattro condanne, di cui una per “concorso morale in resistenza a pubblico ufficiale“. Reato che si fa fatica anche solo a declinare. Ma perché non ha senso e, come fatto notare da Cruciani, se ad essere arrestato con un manganello in mano fosse stato un neonazista andato a pestare degli antifascisti, oggi tutti sarebbero qui a condannarlo prima del processo.
A sorprendere Cruciani, però, è stato un articolo pubblicato da Piero Sansonetti su L’Unità. “Ilaria Salis è accusata di avere tirato un paio di cazzotti a un nazista che inneggiava alle SS e alla Gestapo – si legge nell’articolo – Non sappiamo se è innocente o colpevole. Sappiamo che è innocente. Scusate il paradosso. Anch’io, se incontro un nazista che inneggia alle Ss gli tiro un pugno sul naso. Se ci riesco anche due”. Per Giuseppe Cruciani di fatto Sansonetti “sdogana la frase ‘uccidere un fascista non è reato” e “sdogana il fatto che se uno ha la testa rasata lo possiamo picchiare”.