DAL GIP ACCANIMENTO: DIMOSTRI IL LEGAME TRA AZIENDA E TUMORI
Non è facile scrivere del caso Ilva senza avere le carte ufficiali – a cominciare dai dati che hanno indotto il magistrato a prendere i noti provvedimenti. Tuttavia, da un lato, confidando nella mia familiarità con le questioni ambientali e, dall’altro, prendendo per buone le notizie che leggo dai comunicati dell’Ansa e della stampa che sta, senza-se-e-senza-ma, dalla parte della magistratura, ritengo di poter sostenere che, ancorché in buona fede, il magistrato abbia preso un grosso abbaglio, che l’Ilva non emette alcunché che sia causa di effetti sanitari a danno dei tarantini, e che nessuna opera di bonifica è necessaria in ordine all’attività dell’Ilva.
Leggo ad esempio sul Fatto Quotidiano che la Todisco nel motivare la propria ordinanza vi abbia scritto: «affinché non un altro bambino abbia ancora ad ammalarsi o morire a causa delle emissioni tossiche del siderurgico». Se Il Fatto scrive il vero, delle due l’una: il magistrato o è oppure non è in grado di fornire nome X e cognome Y di un bambino che è già deceduto a causa delle emissioni tossiche dell’Ilva. Ci sarebbe da chiedersi, nel primo caso, come mai essa non ha ancora incriminato nessuno per l’omicidio del bambino XY. Nel secondo (e, a mio parere, più probabile) caso, verrebbe a cadere la motivazione che lo stesso magistrato ha dato alle proprie azioni ed emergerebbe a carico dello stesso o una predisposizione al giacobinismo oppure una voglia di protagonismo o, comunque, una scadente capacità a interpretare i dati epidemiologici, che sono dati statistici.
Dai quali si evince – informa l’agenzia di stampa Ansa – che vi sarebbe un’incidenza di tumori aumentata del 15% (e fino al 30% per i tumori ai polmoni) nell’area del sito dell’Ilva. Questi aumenti non hanno alcun significato statistico che giustifichi l’azione del magistrato. Anzi, non hanno alcun significato statistico per neanche solo sospettare che sia l’Ilva la causa di quanto osservato. Tanto più che Taranto è uno dei maggiori porti per la distribuzione di sigarette di contrabbando contraffatte, cioè contenenti sostanze dannose. Che, se fumate dai tarantini… Il che significa che, anche quando l’aumentata incidenza fosse dovuta a una reale causa e non alla normale fluttuazione statistica, il magistrato, colpendo l’obiettivo sbagliato, distoglie l’attenzione da quello vero, causando così più danni di quelli presunti causati dall’Ilva. Per capirci: dovete sapere che per qualche curiosa ragione l’incidenza dei tumori occulti alla tiroide è in Finlandia del 1000% superiore che nel resto del mondo; che avrebbe fatto la Todisco, avrebbe vietato la navigazione dei fiordi o la panificazione del kalakukko?
Non è la prima volta che epidemiologi approssimativi e magistratura scadente in matematica fanno una pericolosa miscela esplosiva. Forse lo ricordate, ma 12 anni fa emerse il caso delle antenne di Radio Vaticana che la magistratura voleva sequestrare perché gli epidemiologi dicevano di aver osservato un aumento di leucemie infantili del 500% nei pressi delle antenne. Questo Giornale fu l’unico ad anticipare (come poi la commissione Veronesi confermò) il colossale abbaglio: Radio Vaticana non ha causato alcuna – neanche una – leucemia.
L’ultima cosa curiosa: l’Ansa informa che «i dati epidemiologici saranno disponibili non prima di metà Settembre». La domanda spontanea è: se ancora non vi sono dati disponibili, su quali dati ci si è basati per sollevare questo grottesco polverone?
Franco Battaglia, Il Giornale 14 agosto 2012