Commenti all'articolo Ilva, un suicidio industriale con tanti colpevoli

Torna all'articolo
guest
31 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
Laura
Laura
7 Novembre 2019, 18:11 18:11

Il fatto che la vicenda/agonia dell’Ilva sia iniziata sotto Monti secondo me la dice lunga. (luglio 2012 sequestro e arresto dei Riva).
E adesso quest’altro governo benedetto dall’UE ha messo in fuga la società investitrice ArcelorMittal: togliere lo scudo legale è praticamente un invito alla società ad alzare i tacchi, pena restare coinvolti in vicissitudini giudiziarie derivanti dal passato nell’attuazione del piano ambientale della fabbrica. (comunque il governo ha fornito ad ArcelorMittal un valido presupposto per sciogliersi dal contratto senza penali).
Salvini, in conferenza stampa in Senato dopo la notifica di recesso di ArcelorMittal ai commissari straordinari, ha detto:
“Qualcuno vuole fare un regalo a qualcun altro? Oltre alla riapertura dei porti, qualcuno ha promesso all’Europa anche la chiusura delle acciaierie, per fare un favore a qualcun altro? basta che gli italiani sappiano.”

honhil
honhil
7 Novembre 2019, 14:23 14:23

Dal Web. « “Novamusa, l’indagine si allarga Il Gip punta il dito contro dirigenti e assessori:” 29-11-2012 – 09:58:09 honhil Forse la soluzione dei problemi che attanagliano lo Stivale e la Trinacria in modo particolare sta scritto negli eventi atmosferici. Una bella serie di tornado spazza tutto e pulizia sarà fatta. Le prove generali sono cominciate a Taranto. A fare da catalizzatore è stato l’Ilva. Dato il quadro politico generale non c’è altro su cui sperare. Le puntate precedenti, del resto, parlano chiaro. A Casini, già giovane destriero di Arnaldo Forlani, che fu a lungo delfino di Amintore Fanfani, di cui ha seguito poi le orme fino alla di lui Presidenza del Consiglio e con l’aiuto del quale è arrivato anche alla Segreteria nazionale della Dc, non c’è bisogno di non fare sapere quanto è buono il pane di due forni, perché di quel pane si è sempre nutrito. E’ arrivata finalmente l’ora che gli elettori dello Stivale lo licenzino senza riconoscerli alcuna buonuscita. Berlusconi il trasmuta forse vuole morire della stessa morte del suo ex amico e quasi delfino Casini? A questo punto della storia del Pdl l’unica consolazione dei pidiellini è che adesso potranno liberamente sguazzare nell’odio. Reciprocamente. Che l’odio sia con loro, dunque! Fino a consumarli. Il Pd non naviga in acque migliori. Il noi e il… Leggi il resto »

Gambalunga
Gambalunga
7 Novembre 2019, 11:28 11:28

Concordo con l’articolo e con tutti i suoi risvolti tecnici, sociali, industriali e politici. Chi ha gestito politicamente l’affare ILVA e Arcelor-Mittal adrebbe lapidato a dir poco! E sono stati TANTI ! Sorge tuttavia il dubbio che la Arcelor-Mittal sia stata un cavallo di Troia, piu’ della Arcelor francese che del Mittal. Quest’ultimo infatti, ha utilizzato i quattrini del fondo Riva (non i suoi) e dopo poco piu’ di 1 anno ha lavorato con 1 solo forno su 5, non ha fatto le profonde riforme di pulizia ambientale e dopo un esame globale della struttura, dei costi fissi e del mercato in crollo nei prossimi 5 anni, decide di andarsene. Penso tuttavia che lo zampino ben nascosto del governo francese sia stato ben presente nell’architettura della vicenda ILVA

carlottacharlie
carlottacharlie
6 Novembre 2019, 19:02 19:02

Sarebbe bastato guardare le facce per rendersi conto che son tutti dei cretini incapaci ed ignoranti, così da non cadere nella fogna ch’è loro ambizione diventi status nel paese.
Più son negletti ad ogni intelletto e buonsenso più vengono applauditi; il cancro, alla fine, sta tutto qui :deficienti che scelgono deficienti.

Girolamo Giorgio Cimarosti
Girolamo Giorgio Cimarosti
6 Novembre 2019, 14:16 14:16

I cinque stelle,On. Lezzi, hanno ottenuto quello che volevano, fare un parco verde nell’area ILVA , fare del Sud un’area ecologica del bengodi con il reddito di cittadinanza. Non è quello che vogliono gli italiani di buon senso …..

giorgiop
giorgiop
6 Novembre 2019, 11:15 11:15

Il problema enorme è che a parlare con la proprietà che ha tirato indietro il sedere ci vanno i Conte, le Lezzi e quel giovialone di Gualtieri; tutta gente che non sa cosa sia un’azienda, un piano industriale (anche se la Lezzi se ne riempie la bocca ogni volta senza scendere in dettagli, ovviamente), un bilancio, un conto economico, una programmazione finanziaria, un portafoglio clienti da curare.
Ci dovrebbe essere anche Di Maio, quello di prima, ma ha preferito andare a farsi perculare in Cina, dove l’acciaio costa meno ma rende anche meno.
Avrei di gran lunga preferito che, extrema ratio, ci fosse andato Landini da solo a parlare con i francoindiani.