Imane Khelif all’attacco di chi l’ha criticata: “Denunciamo tutti”

La pugile algerina oro olimpico tra mille polemiche. Il legale: “Vittima di un linciaggio digitale”

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Khelif

Nella vibrante cornice parigina dei Giochi Olimpici del 2024, continua a tenere banco la storia di Imane Khelif, la ugile algerina che, conquistato l’oro nel pugilato tra mille polemiche per la sua presunta condizione di intersessualità, ora passa alle vie legali. Khelif ha deciso di intraprendere un’azione legale, scelta presa insieme al suo team e condivisa pubblicamente dopo il trionfo in finale.

Nabil Boudi, legale di Khelif, parlando con Repubblica ha dichiarato che si tratta di un impegno nella difesa della “giustizia, dignità e onore”, evidenziando come la sua assistita sia stata vittima di quella che ha definito “la più grande campagna mondiale di cyberbullismo” mai diretta verso un singolo individuo.

Il caso, ora al vaglio della procura di Parigi, riguarda i commenti scaturiti prima e dopo il confronto con Angela Carini, l’atleta italiana che si è ritirata dopo pochi secondi ritenendo troppo dolorosi i colpi incassati dalla pugile algerina. La procura parigina, che si sta già occupando di casi analoghi legati a minacce di morte e cyberbullismo verso gli organizzatori di eventi olimpici, affronta un episodio di “linciaggio digitale” che ha come fulcro Khelif. L’avvocato Boudi ha denunciato le ingiuste aggressioni subite dalla pugile, considerandole un’onta per l’evento olimpico e promettendo azioni legali per ripristinare l’onore della campionessa e dell’intera Algeria.

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A seguito dell’incontro contro la Carini, infatti, Imane lamenta l’esplosione di messaggi denigratori su X riguardanti l’identità di genere di Khelif. Nonostante le accuse, l’avvocato di Khelif ha rimarcato come la pugile abbia affrontato e talvolta perso contro diverse avversarie, senza che queste sollevassero dubbi simili a quelli di Carini. “Non so se la pugile italiana – dice l’avvocato – abbia deciso di mentire per giustificare un suo fallimento o per altri motivi che ignoro”.

Il caso ha preso una piega politica incontro dopo incontro. Sul caso sono intervenuti Matteo Salvini, il ministro dello Sport Andrea Abodi, Donald Trump, Elon Musk e anche il premier italiano Giorgia Meloni, che, visitando Carini a Casa Italia, ha espresso perplessità sull’equità della competizione, attribuendo a Khelif “caratteristiche maschili”.

L’indagine penale in corso mira a identificare i responsabili di questi attacchi. Boudi, noto per la difesa di Nahel, il giovane ucciso da un poliziotto a Nanterre, interroga sull’origine di questo odio, ipotizzando uno scontro tra Iba e Cio di cui Khelif sarebbe stata involontaria protagonista. “La narrazione degli hater – conclude l’avvocato – è iniziata presentando Khelif come una bugiarda, un’imbrogliona che nascondeva la sua vera identità per poter vincere”.

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