Immigrazione, Meloni segua il modello Sunak

La nuova politica della Gran Bretagna non consente di far chiedere l’asilo a sbarco avvenuto ma secondo determinati requisiti

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Anche se la sinistra tende a cavalcare la tragedia di Cutro per confondere le acque e far surrettiziamente passare la sua politica dell’apertura totale delle frontiere, proprio questo è forse il momento per chiarire le questioni e distinguere i piani. Non si può infatti pensare di poter affermare il principio di umanità al di fuori delle leggi. Farlo significherebbe non salvare vite umane ma dar libero corso ai delinquenti che lucrano sulle disgrazie umane, incentivandoli nei loro traffici e nel cinismo della loro azione. La difesa dei confini, la lotta all’immigrazione illegale, la non tolleranza dei clandestini, è anche una forma di tutela per chi ha diritto all’asilo e all’emigrazione, non un atto di barbarie.

Per rendere ancora più chiaro questo concetto che Matteo Salvini, con larga approvazione popolare va affermando da tempo, giunge ora l’esempio delle politiche che al riguardo sta per adottare la civile Gran Bretagna, la patria della democrazia. Ed è proprio Salvini, forse ispirato da un bell’articolo uscito su Libero ieri mattina a firma di Nicholas Ferrell, che ci ha ricordato in un tweet i capisaldi del progetto di legge inglese: l’asilo non va chiesto a sbarco avvenuto; non puoi trincerarti a cose fatte sotto tutele umanitarie fasulle; non puoi restare se non sei in regola con la legge. L’aspetto più paradossale, non per noi ma per la sinistra accecata dall’ideologia, è che a promuovere la nuova politica immigratoria inglese sono il premier, Rishi Sunak, e il ministro dell’Interno, Suella Braverman, due inglesi di origine indiana figli di quella politica imperiale che, lungi dall’essere un cieco strumento di colonizzazione, è stata anche un potente fattore di civilizzazione ed emancipazione, come hanno messo in evidenza storici del calibro di Nial Ferguson.

Forse proprio perché inglesi acquisiti, i due politici conservatori prendono sul serio il principio di cittadinanza, il quale delinea l’appartenenza ad un campo di valori prima e non è un semplice benefit di cui approfittare. Il messaggio che gli inglesi e Salvini in Italia vogliono mandare è preciso: porte aperte per chi fugge da guerre e persecuzioni ed anche emigrazione economica, ma fatta con una selezione a monte e secondo le esigenze del mondo del lavoro. Accogliere senza questa precondizione, e cioè senza poter garantire dignitose forme di sussistenza a chi arriva nel nostro Paese, creare cioè sbandati, non è accoglienza ma atto di disumanità.

Corrado Ocone, 9 marzo 2023

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