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Immunità naturale vs vaccini: cos’è meglio? - Quarta parte

Conclusioni

Di studi che riconducono a simili risultati sia sull’efficacia a tempore del vaccino, sia sull’immunità naturale, ne esistono a decine in tutto il mondo ed una qualsiasi ricerca sul web lo può confermare. Non è certo nostro compito entrare nella discussione scientifica, lo dovrebbero fare i virologi italiani, ma sono occupati da altro. I vaccini possono essere d’aiuto in soggetti a rischio, ma anche qui una ricerca  israeliana dimostra che in presenza di alto tasso di comorbidità e immunodepressione, anche in individui vaccinati si possono manifestare gravi infezioni da Covid-19 per cui devono comunque essere garantite norme di prevenzione sia mediante il distanziamento sociale continuato, sia mediante ulteriori vaccinazioni (link).

Al contrario per i soggetti giovani e sani, viste le “zero virgola” percentuali di letalità e il 98-99% di guarigioni (sotto i 60-50anni), conviene lasciare circolare il virus e i pochi che richiedono assistenza ospedaliera vengano curati con protocolli adeguati (non tachipirina e vigile attesa).

Già a marzo’20, tra le tante dichiarazioni rilasciate dal dottor Fauci, si diceva “veramente fiducioso” nell’immunità conferita dalla precedente infezione dovuta alla guarigione dalla Covid-19.

Questo è avvenuto molto prima che 17 mesi di dati e dozzine di studi lo confermassero. Eppure, oggi, ci sono milioni di persone con un’immunità infinitamente migliore di quella che i vaccini possono conferire, che sono limitati e perseguitati nelle proprie libertà rischiando pure di perdere il posto di lavoro (sanitari, docenti, personale scolastico, universitari e ora probabilmente anche altre categorie) per non aver ricevuto le vaccinazioni.

Per raggiungere un’immunità solida e stabile senza gravare sulle libertà individuali – e inoltre, non rischiando tutta quella serie di effetti avversi che sono molto sottostimati sia nel breve (a causa della fallimentare e inefficiente farmacovigilanza), sia nel lungo periodo (visto che i dati dei trial delle case farmaceutiche non sono completi a riguardo) – bisognerebbe far circolare il virus tra i giovani proteggendo gli anziani e i soggetti fragili. Far cooperare insieme l’immunità naturale e quella che si ottiene col vaccino, potrebbe finalmente condurci fuori da questo pantano. Ma, come è noto,  le scelte del governo italiano vanno in altra direzione.   

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