“Imprese sostenibili ma vive” il titolo della prima tavola rotonda della sesta edizione dell’evento “La Ripartenza, liberi di pensare” nato da un’idea di Nicola Porro, direttore e fondatore del sito Nicolaporro.it. Riflettori accesi sul filo rosso che unisce realtà diverse: non esiste futuro senza pensare al nostro passato, non solo una frase fatta ma un concetto che trova riscontri nella vita di tutti i giorni. Senza ovviamente dimenticare gli scenari del domani. Il confronto sul palco del Centro Congressi della Fondazione Cariplo di Milano ha visto protagonisti Stefania Radoccia (Managing Partner Tax & Law di EY Italia), Luigi Cantamessa (Direttore generale della Fondazione FS Italiane), Michele Centemero (Country Manager Italia di Mastercard) e Simone Demarchi (Amministratore Delegato di Axpo Italia).
L’attrattività dell’Italia
Dove vanno gli investimenti? A questa domanda ha risposto Stefania Radoccia, Managing Partner Tax & Law di EY Italia: “Misuriamo l’attrattiva dei Paesi e l’Italia sta migliorando: la survey di quest’anno ci dice che siamo cresciuti del 17 per cento. Quest’anno ci sono stati più investimenti diretti: siamo passati dal 2 al 4 per cento, percentuale ancora modesta se si considera che la Francia attrae il 21 per cento. Abbiamo ancora molto lavoro da fare”. Stefania Radoccia ha evidenziato che tra le criticità che frenano gli investimenti troviamo “un carico fiscale altissimo, un costo del lavoro elevatissimo e una PA farraginosa”. “Questo lo dicono tutti gli investitori che abbiamo intervistato”, ha aggiunto: “Bisogna capire quali investimenti siano opportunistici, predatori o per stare in Italia. Il caso Ilva è su tutti i giornali: noi abbiamo consentito agli indiani di fare investimenti qui, ma poi hanno investito in Francia”. Una riflessione anche sulla difficoltà degli impreditori di trovare competenze sul mercato: “Il problema è trovare le competenze del domani: il cambiamento tecnologico è così veloce che non abbiamo una formazione adeguata nelle aziende e anche nelle scuole”.
Tra AI e pagamenti digitali
Michele Centemero, Country Manager Italia di Mastercard, ha invece posto l’accento sul contributo dei pagamenti digitali alla crescita: “Noi non conosciamo i movimenti dei singoli clienti, ma conosciamo i trend. Ad esempio, quando a Milano c’è il Salone del Mobile o la Settimana della moda, possiamo vedere quanto si fermano le persone, se vanno a vedere altre città e così via, dando così una mano alle municipalità. Questo immenso panorama di informazioni ci fa lavorare su fronti diversi”. Impossibile non affrontare il dibattito sulla dicotomia contanti/pagamenti digitali, Centemero ha sottolineato che Roma non naviga in cattive acque, anzi: “C’è una polemica continua, c’è una quota di contante molto importante. Ma l’accelerazione è stata molto veloce negli ultimi anni. L’Italia non è messa male. La metropolitana di Londra è stata la prima a smaterializzare i biglietti, ma in Inghilterra è rimasta l’unica città. In Italia invece sono già tante città ad aver agito così”.
Transizione ecologica e ideologie
Protagonista a “La Ripartenza” anche la transizione ecologica, tema fondamentale ma spesso affrontato con toni integralisti. Simone Demarchi, Amministratore Delegato di Axpo Italia, ha ribadito che non si può affrontare un argomento così delicato con diktat talebani. L’esperto ha le idee chiare su quali tecnologie puntare: “Io sono contro l’ideologismo. Secondo me sono battaglie ideologiche poco concrete e poco realiste. Dire no al green sarebbe stupido ma sarebbe stupido anche dire sì al solo green. Non credo al nuovo nucleare perché costa troppo e ha dei tempi di realizzazione infiniti. Il fossile non finirà mai, il fabbisogno di energia aumenterà e dovremo soddisfare questo aumento”. La conclusione è tranchant: “La transizione energetica serve ma va fatto cum grano salis”.
Mobilità e turismo
Non esiste futuro senza pensare al nostro passato è il filo rosso di questo primo confronto de “La Ripartenza” e si addice soprattutto a Luigi Cantamessa, Direttore generale della Fondazione FS Italiane. L’esperto ha infatti ricordato l’importanza sì delle grandi mete turistiche, ma anche dei piccoli borghi che rappresentano la forza del Paese. Coniugare l’alta velocità con il turismo è importante, ma non deve essere l’unica via: “Noi oggi abbiamo la fortuna di avere una delle reti ad alta velocità più efficienti d’Europa. Grazie all’alta velocità, abbiamo bisogno di tornare all’altra velocità. Avevamo una ragnatela enorme, ma negli anni Settanta c’era la moda di tagliare il treno per la corriera”. “Lo dico per l’amore enorme per un’azienda player del Paese: dobbiamo riscoprire l’Italia”, il mantra di Cantamessa, con una riflessione sui borghi disabitati: “Se togli dei presidi territoriali perché non redditizi, è ovvio che i borghi si spopolano. L’economia del Paese è portare l’americano nei paesini e nei borghi e fargli fare delle esperienze incredibili”.