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In Iran impiccano le donne. Il Me Too tace - Seconda parte

Sono pochi secondi di filmato, ma bastano per poter capire che la gente non ne può più di questo tallone tirannico che ormai da decenni governa per mezzo del terrore. Mentre Maryam Rajavi, leader delle opposizioni, chiedeva ai giovani di continuare con le proteste e faceva le condoglianze alle famiglie dei manifestanti uccisi, la Guida Suprema Khamenei ha tuonato contro i manifestanti che ha definito “banditi” che creano disordini nel Paese. Khamenei, come se ce ne fosse bisogno, o che trentasei morti non siano sufficienti, ha invocato il pugno duro contro chi commette atti vandalici, appello non caduto nel vuoto visto che anonimi funzionari dell’Intelligence iraniana hanno fatto sapere che la reazione contro chi creerà caos sarà “molto dura”.

La speranza degli iraniani è che il mondo anziché cercare gli affari con Teheran spinga i dittatori sciiti a lasciare il potere così come fece nel 1978 con lo Scià Mohammad Reza Pahlavi, speranza però che, purtroppo, si va ad infrangere contro l’ipocrisia e la codardia di un Occidente, soprattutto l’Europa, che sta perdendo di vista l’importanza della libertà e della democrazia a vantaggio degli affari e dell’alta finanza. E quando a comandare è il denaro troppo spesso non c’è posto né per gli ideali né per il buon senso.

Michael Sfaradi, 18 novembre 2019

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