Anche la Norvegia resetta tutte le restrizioni, lo ha annunciato la premier conservatrice uscente, Erna Solberg, ma l’Italia continua a cavalcare la linea del “massimo rigore”. In Norvegia si torna alla vita di sempre, locali notturni e ristoranti potranno tornare alla loro piena capacità, ha detto Solberg durante una conferenza stampa.
Pochi giorni fa, il vicedirettore dell’Istituto norvegese di sanità pubblica (NIPH), Geir Bukholm, ha preannunciato la decisione sul tabloid norvegese VG, dichiarando che il coronavirus può essere trattato come un’influenza. “Ora siamo in una nuova fase in cui dobbiamo considerare il coronavirus come una delle numerose malattie respiratorie con variazioni stagionali”, ha detto Bukholm, aggiungendo: “Questo perché la stragrande maggioranza delle persone a rischio è protetta e dunque, sebbene l’infezione sia ancora in circolazione, i numeri degli ospedali rimangono bassi. Pertanto, il coronavirus non comporterà un pesante onere per il servizio sanitario, e la stragrande maggioranza dei vaccinati, che possono infettarsi e sviluppare sintomi, presenterà lievi sintomi simili al raffreddore”.
Ad onor di cronaca, Nicola Porro in una sua recente “Zuppa”, aveva ipotizzato una simile possibilità, invitando a derubricare il covid alla stregua di un’influenza, certamente più aggressiva di quella conosciuta, per creare un equilibrio tra tutela della salute pubblica e salvaguardia delle libertà fondamentali. Secondo il Centro europeo di prevenzione e controllo delle malattie, la Norvegia registra in media 355 nuovi casi ogni 100 mila abitanti, con un tasso di mortalità molto basso.