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In Romania l’Europa è morta: Georgescu definitivamente escluso dal voto

La Corte Costituzionale rumena conferma la decisione dell’Ufficio elettorale centrale: il filorusso, candidato alla vittoria, non potrà presentarsi alle urne

Georgescu Romania
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Lo scandalo è servito. L’Europa è definitivamente morta. La Corte Costituzionale rumena ha emesso una decisione definitiva e irrevocabile: Călin Georgescu non potrà presentarsi come candidato alle prossime elezioni presidenziali in Romania. A rivelarlo è Antena 3 CNN, sito di informazione rumeno, la decisione è stata influenzata in seguito alla presentazione di diversi ricorsi, tra cui quello dello stesso Georgescu, contro la decisione presa dall’Ufficio elettorale centrale.

Nel ricorso alla Corte, Georgescu ha sollevato innumerevoli obiezioni contro la decisione di escluderlo. Il candidato “filorusso” ha sostenuto che la decisione dell’Ufficio elettorale centrale dovrebbe essere invalidata dal momento che mancavano le condizioni legali che “non sono state rispettate”.  Tuttavia, nonostante i suoi sforzi, la decisione della Corte di respingere la sua candidatura è stata confermata. Con questa decisione, Georgescu non ha più alcun mezzo legale per contestare la sua esclusione dalle elezioni presidenziali di maggio.

Tuttavia, l’annullamento della candidatura di Georgescu non risolve il problema di chi lo sostituirà come candidato presidenziale. Secondo quanto riferito da Antena 3 CNN, il Partito AUR deve ora prendere una decisione in merito. Claudiu Târziu, il presidente del Consiglio nazionale dell’AUR (Alleanza per la Romania), ha dichiarato che il partito metterà in prima linea chiunque ritenga necessario per vincere. Nel frattempo, George Simion ha dichiarato di aspettare che Georgescu gli dica chi vuole come candidato e quale strada seguire.

Lunedì, George Becali ha dichiarato che avrebbe sostenuto Dan Dungaciu se si fosse candidato al posto di Georgescu per l’AUR. Tuttavia, Dungaciu ha negato queste affermazioni, affermando che la sua candidatura non esisteva e non esiste.

Resta un fatto assurdo. Che il candidato che aveva vinto le elezioni di novembre, clamorosamente invalidate dalla Corte, sulla base di presunte influenze russe su TikTok (solo a scriverlo, fa ridere), non potrà partecipare alla nuova tornata elettorale. E questo nonostante fosse in cima a tutti i sondaggi e nonostante due partiti, l’Aur e il Partito dei giovani (Pot), lo avessero sostenuto come presidente. Una macchia forse indelebile nella debole democrazia rumena. Figlia dell’ignobile silenzio dell’Europa, pronta a criticare ogni mossa di Viktor Orban ma incapace di vedere lo scandalo che si sta palesando a Bucarest. E questo solo perché Gerogescu, che non è certo il cup of tea di questa Zuppa, non va a genio all’establishment di Bruxelles.

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