E a pensarla così sarebbero moltissimi sindaci e cittadini delle piccole comunità locali nordiche che verrebbero irrimediabilmente compromesse da questi cambiamenti.
A questa visione romantica, di persone affezionate alla propria terra e disposte a lottare per difenderla, si oppone la politica governativa svedese che, con l’appoggio di diverse aziende importanti sempre più impegnate in queste ed altre battaglie, spinge per portare con le ruspe la propria idea di modernità. “Tutti i cambiamenti hanno un impatto sugli individui ma noi dobbiamo agire nell’interesse dell’intera società”, spiegano. Vi ricorda qualcosa? Massì dai, ci dicono lo stesso sulla protezione della fantomatica “salute collettiva”. Voi non potete scegliere liberamente perché “noi dobbiamo preservare la salute dell’intera società”. Come se esistesse davvero, fra l’altro. E dietro alla scudo della parola “società” si nascondono ovviamente interessi di ogni tipo che prevaricano gli individui e distruggono il benessere economico e non delle popolazioni.
Da che mondo è mondo la dicotomia fondamentale della politica è sempre quella: individuo e società. Libertà contro collettivismo. La storia ha già dimostrato dove conduce una e dove l’altra. Eppure, tra socialisti e ambientalisti da strapazzo, siamo ancora qui, costretti a farci girare le pale.