Cronaca

Inchiesta Covid, tutto inutile: archiviati Conte e Speranza

La decisione del Tribunale dei ministri di Brescia: accolta la richiesta della procura. Si sgonfia il castello di accuse di Bergamo

Live Aggiornato
2023-06-07T16:35:37+02:00

L'ordinanza completa di archiviazione di Conte e Speranza

Per chi volesse leggerle per intero, al link qui sotto è possibile scaricare l’ordinanza completa di archiviazione di Conte e Speranza dalle accuse in merito all’inchiesta sul Covid.

ordinanza trib. ministri 1-23

2023-06-07T16:32:53+02:00

Bocciata la procura di Bergamo

Il dispositivo di archiviazione redatto dal Tribunale dei ministri dei Brescia suona come uno schiaffone in faccia ai colleghi di Bergamo. Si legge: “La notizia di reato, per entrambi gli indagati, è totalmente infondata”.

2023-06-07T16:28:50+02:00

Esulta Speranza

“La procura di Brescia ha appena archiviato il procedimento a carico mio e di Giuseppe Conte relativo alla gestione della pandemia. Sono molto sollevato da questa decisione. L’Italia, pur tra mille difficoltà e colpita per prima in Occidente, ha dimostrato durante l’emergenza Covid di essere un grande Paese. Personalmente ho fatto davvero tutto il possibile in quei giorni terribili per difendere la salute degli italiani. La cosa più difficile di queste settimane è stata spiegare ai miei figli cosa stesse accadendo. Ma ho sempre avuto fiducia nella giustizia e oggi è emersa la verità. Voglio dire grazie dal profondo del cuore a tutte le persone che mi sono state vicine”. Lo dichiara il deputato di Articolo 1 ed ex ministro della Salute, Roberto Speranza.

2023-06-07T15:51:00+02:00

Le motivazioni dell'archiviazione di Speranza

Secondo i giudici l’ex ministro della Salute Roberto Speranza, in relazione all’accusa di non aver applicato il piano pandemico, non può essere ritenuto responsabile di eventuali omissioni e ritardi del ministero. Le accuse della procura di Bergamo infatti “riguardano attività amministrative, distinte dalle funzioni ministeriali di indirizzo politico – amministrativo, di esclusiva pertinenza del Segretario generale del Ministero della Salute e delle Direzioni generali. Al Ministro della Salute era preclusa qualsiasi ingerenza nello svolgimento di tali attività”.

“Non è stata ipotizzata, e non è comunque ravvisabile negli atti di indagine compiuti – prosegue il Tribunale -, alcuna interferenza del Ministro nell’attività degli organi burocratici ai quali spettava la funzione di amministrazione attiva. In particolare, non risulta che egli abbia indotto i dirigenti ministeriali a ritardare od omettere le azioni di sorveglianza epidemiologica, di sanità pubblica, di verifica delle dotazioni dei dispositivi medici e delle risorse necessarie a contrastare la diffusione virale nonché a curare i pazienti e, infine, di formazione del personale sanitario”.

Per quanto riguarda l’applicazione del piano pandemico, i giudici sono convinti che quello del 2006 fosse “per nulla adeguato” se non addirittura “inutile” per affrontare la pandemia. “Il ministro Speranza, lungi dal rimanere inerte, ha adottato le misure sanitarie propostegli dagli esperti di cui si è avvalso, che peraltro, a livello europeo, sono state tra le più restrittive. Infine, anche ove fosse astrattamente prospettabile, cosa che non è, il reato di epidemia colposa per condotta omissiva impropria, data la natura stessa della pandemia da Sars-CoV-2, che ha coinvolto l’intera umanità, sarebbe comunque irrealistico ipotizzare che la stessa sia stata cagionata, anche solo a livello nazionale, da asserite condotte omissive quali quelle contestate al ministro Speranza”.

2023-06-07T15:45:29+02:00

Le motivazioni dell'archiviazione di Conte

Stando a quanto trapela in questi momenti, i giudici hanno deciso di archiviare le posizioni giudiziarie di Conte e Speranza perché “”non risulta che il Presidente del Consiglio Conte, prima del 2 marzo 2020, fosse stato informato della situazione dei comuni di Nembro e Alzano Lombardo”. Secondo il tribunale dei ministri sarebbe “irragionevole” anche pensare che Conte avrebbe dovuto decidere sull’istituzione della zona rossa” nell’immediato perché “non tiene conto della necessità per il Presidente del Consiglio di valutare e contemperare i diritti costituzionali coinvolti e incisi dall’istituzione della zona rossa. Ed infatti l’istituzione della zona rossa comporta il sacrificio di diritti costituzionali quali il diritto al lavoro, il diritto di circolazione, il diritto di riunione, l’esercizio del diritto di culto”.

In sintesi, secondo il Tribunale dei ministri – composto da magistrati civilisti guidati da Maria Rosa Pipponzi – “il fatto” contestato a Conte e Speranza “non sussiste”.

A cadere è anche il nesso causale ipotizzato da Andrea Crisanti e sposato dalla procura bergamasca. “Va innanzitutto detto – scrivono i magistrati – che agli atti manca del tutto la prova che le 57 persone indicate nell’imputazione, che sarebbero decedute per la mancata estensione della zona rossa rientrino tra le 4.148 morti in eccesso che non ci sarebbero state se fosse stata attivata la zona rossa”. Inoltre “la contestazione dell’omicidio colposo in relazione alla morte delle persone indicate in imputazione”, aggiungono i giudici nel dispositivo di archiviazione, “si basa su una mera ipotesi teorica sfornita del ben che minimo riscontro”. In sostanza Crisanti avrebbe sì realizzato uno studio teorica, magari anche ben fatto, “ma non è stato in grado di rispondere” sul “nesso di causa tra la mancata zona rossa e i decessi”.

Per quanto riguarda l’accusa di epidemia colposa, invece, i giudici ritengono che non sia configurabile in forma omissiva ” in quanto la norma in questione abbraccia la sola condotta di chi per dolo o per colpa diffonde germi patogeni e quindi la responsabilità per omesso impedimento di un evento che si aveva l’obbligo giuridico di impedire risulta incompatibile con la natura giuridica del reato di epidemia”.

2023-06-07T14:34:36+02:00

Come era nata l'inchiesta

Dopo l’ondata di Covid che aveva messo in ginocchio la Lombardia, la procura di Bergamo si era mossa per indagare sulle cause dell’elevato numero di decessi nella Bergamasca. I pm hanno interrogato sia l’ex premier che l’ex ministro della Salute, ritenendo che il loro operato – l’aver ritardato l’istituzione della zona rossa a Nembro e Alzano e il non aver attuato il piano pandemico – avesse favorito la diffusione del Covid.

I magistrati si sono affidati anche alla consulenza di Andrea Crisanti, poi diventato senatore Pd, secondo cui un diverso intervento della politica nella prima ondata del Covid avrebbe evitato circa 4mila vittime solo nella Bergamasca.

Dopo la chiusura delle indagini, durante diversi mesi, i pm hanno iscritto quasi tutti i vertici politici dello Stato, del ministero della Salute e di Regione Lombardia nel registro degli indagati. Il fascicolo riguardante i ministri, come da legge, è stato consegnato ai colleghi di Brescia dove è stato istituito un Tribunale apposito per valutare le scelte operate da Conte e Speranza nell’adempimento dei loro compiti governativi. Lo scorso 10 maggio i due esponenti erano stati sentiti dai giudici bresciani, ricostruendo i fatti e cercando di chiarire la loro posizione in merito.

Molti, anche su questo sito, si sono chiesti che senso avesse dirimere la questione della gestione del Covid in tribunale. La “sentenza” sulla stagione del Conte II gli elettori l’hanno già data, trombandoli alle elezioni.

2023-06-07T14:24:54+02:00

Di cosa erano accusati Conte e Speranza

L’accusa riguardava la lunga indagine condotta dalla procura di Bergamo per accertare eventuali responsabilità nella gestione della pandemia da Covid-19.

Sia Conte che Speranza erano stati accusati di epidemia colposa e omicidio colposo. Il tutto riguardava sia la mancata istituzione della zona rossa a Nembro e Alzano Lombardo, sia la mancata applicazione del piano pandemico influenzale. Un piano mai aggiornato, datato 2006, ma che per alcuni poteva essere comunque utile a ridurre il numero di morti.

2023-06-07T14:23:02+02:00

Il tribunale dei ministri accoglie la richiesta della procura

Il Tribunale dei Ministri di Brescia ha accolto la richiesta della procura e ha deciso l’archiviazione del procedimento a carico di Giuseppe Conte e Roberto Speranza nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione della pandemia da Covid.

Una settimana fa circa la procura bresciana, ricevuti gli atti dai colleghi di Bergamo, avevano chiesto ai giudici l’archiviazione.