Paolo Crepet: “Gli youtuber che hanno ucciso il bimbo? Ammazzati metaforicamente dai loro genitori, li hanno cresciuti senza speranza”. Massimo Recalcati: “Patto educativo rotto, i genitori fanno i sindacalisti dei figli”. Parole inequivocabili di psicologi di sinistra e che, grazie alla sinistra, hanno fatto fortuna. E dietro di loro, a seguire, intelletuali e intellettualini di ogni tipo, politici, giornalisti, opinionisti: tutti di quella parte politica e tutti ad esprimere gli stessi concetti.
Peccato che siano stati proprio loro, fino a ieri, e forse lo sono ancora oggi, i pifferai che hanno tirato fuori dal cesto i nuovi mostri, con le loro teorie e la prassi che hanno promosso. I ruoli in famiglia? Da abolire, mettendo tutti sullo stesso piano e assecondando i propri figli sempre, a prescindere. Guai a dar loro una sgridata o a sopprimere la loro creatività anarcoide: si genererebbero frustrazioni e si compirebbe un delitto. La famiglia stessa? Una istituzione borghese, passata, “medievale”, una forma di vita nata per per perpetuare le ingiustizie e certificare i rapporti di forza, da “allargare”, democratizzare, superare. Il principio di autorità in famiglia o anche a scuola? Un regurgito fascista, come la lezione frontale o i voti sulla pagella. I valori? Un optional, o meglio inesistenti, da sostituire con i desideri di auto-realizzazione e autostima (cioè in sostanza con i capricci) di ognuno.
Per approfondire
Insomma, il disastro educativo che ci fa piangere l’assurda morte di un innocente ha radici lontane. E non è tollerabile che sia proprio chi ha lasciato fuggire i buoi che faccia lo scandalizzato perché la porta della stalla era aperta. Sono sicuro che qualcuno ora, per risolvere il problema di questo disastro educativo e morale, proporrà di creare comitati di consulenza psicologica, per i giovani e per i loro genitori, o di adottare nuovi modelli educativi. Ancora una volta si cercherà la soluzione proprio là dove è il problema, e cioè nel falso democraticismo e nello psicologismo e pedagogismo scientista e post-sessantottino.
I cattivi maestri sono tali anche perché hanno sempre la supponenza e l’arroganza di essere dalla parte giusta. Mandiamoli in pensione, come abbiamo fatto alle scorse elezioni con la sinistra politica che li ha generati. La destra culturale deve avere il coraggio delle proprie idee e non mostrarsi succube, come tante volte in passato, di idee imposte da una subcultura pervasiva e intollerante. Sono le idee che ci hanno portato alla malora.
Corrado Ocone, 18 giugno 2023