Youtuber uccide un bambino di 5 anni: era sotto effetto di cannabis e tutti i giornali, come se fossero guidati da un riflesso pavloviano, puntano il dito contro i social media. “È colpa dei social” dicono, come se fossero loro a distruggere la gioventù. Ma in realtà, sono questi commentatori a essere fuori dal tempo, incapaci di capire che il problema non sono i social media, ma l’individuo che decide di drogarsi, guidare una Lamborghini per 50 ore e causare la morte di un innocente.
È un atteggiamento tipico di chi non riesce a comprendere i cambiamenti della società e cerca di incolpare il contesto in cui i giovani si muovono. Ma dobbiamo accettare che i tempi sono cambiati e non possiamo continuare a rimpiangere il passato in cui si leggevano i romanzi gialli o la fantascienza di Urania.
Se pensiamo che il problema sia il fenomeno dei social media e non l’individuo che compie azioni irresponsabili, allora non abbiamo capito nulla di questa società. È come se, nel 1800, avessimo incolpato le automobili per la morte di una persona investita, dicendo che sarebbe stato meglio continuare a usare le carrozze. Ogni generazione ha il suo modo di interpretare e giudicare i cambiamenti, ma si deve sempre distinguere la causa dall”effetto.
Ogni generazione inferisce a un modo suo. Nell’800 saremmo stati incazzati e avremmo colpevolizzato le auto per questa morte, mentre oggi colpevolizziamo i social perché, tutto sommato, abbiamo metabolizzato il fatto che, per spostarsi, non si usano più le carrozze. In realtà c’è qualcuno che preferirebbe le carrozze alle auto, a maggior ragione se queste non sono elettriche. Ma questa è un’altra storia.
Nicola Porro, 16 Giugno 2023