Cronaca

Indi Gregory trasferita nell’hospice per staccare la spina

I macchinari che sostengono la vita della bambina inglese verranno staccati oggi. Niente da fare per la mediazione italiana

indie gregory

I macchinari che sostengono la vita di Indi Gregory, la bimba inglese gravemente malata cui era stata concessa la cittadinanza italiana, saranno interrotti oggi alle ore 11 locali (le 12 italiane). Giuseppe Pillon, ex senatore della Lega e avvocato italiano della famiglia, ha comunicato la notizia, sottolineando il tentativo inutile dell’Italia di fornire assistenza. “Abbiamo azionato ogni procedura dei trattati internazionali, abbiamo offerto trasferimento, cure, collaborazione. L’Italia ha fatto il possibile su richiesta dei genitori, ma ha trovato solo muri”, ha scritto Pillon.

La malattia di Indi

Il caso di Indi Gregory ha attirato l’attenzione della comunità internazionale, in particolar modo della Gran Bretagna e dell’Italia, che ha cercato di intervenire per concedere a Indi la possibilità di essere curata a Roma, all’ospedale Bambin Gesù. La bambina di soli otto mesi è affetta da una grave patologia mitocondriale. Nonostante la decisione dei medici del Queen’s Medical Centre di Nottingham e dei giudici britannici di staccare la spina alla bambina, i genitori, Dean Gregory e Claire Staniforth, non hanno mai smesso di lottare.

La mossa del console italiano

La cittadinanza italiana è stata concessa a Indi Gregory dal governo guidato da Giorgia Meloni, in un tentativo di trasferire la giurisdizione del caso all’autorità italiana. Per raggiungere tale obiettivo è stata lanciata un’iniziativa a seguito della richiesta fatta dai familiari di Indi Gregory al console italiano a Manchester, Matteo Corradini. Il console italiano in qualità di giudice tutelare ha emesso un provvedimento d’urgenza per stabilire il piano terapeutico secondo le indicazioni dell’ospedale Bambin Gesù e avviare la procedura per portare la piccola a Roma.

La lettera della Meloni al Lord Cancelliere

Il ruolo attivo dell’Italia in questa vicenda è reso tangibile dalla richiesta ufficiale del primo ministro italiano, Giorgia Meloni, al Lord Cancelliere e segretario di Stato per la Giustizia del Regno Unito, di collaborare ufficialmente per facilitare il trasferimento della piccola a Roma. Questa richiesta urgente presentata alla Gran Bretagna può essere vista come un tentativo di ribaltare la decisione presa dai medici e dai giudici britannici. Ma non sembra aver funzionato.