Vi ricordate di Francesco Zambon? L’autore del report dell’Oms che, nel maggio dello scorso anno, inchiodava il governo italiano alle sue responsabilità nella mala gestione della pandemia, criticando la risposta “caotica e creativa” all’emergenza e, soprattutto, sollevando la questione del mancato aggiornamento del piano pandemico.
Ebbene: Zambon, ieri, ha deciso di dimettersi dall’Organizzazione mondiale della sanità. Resta al suo posto, invece, il nostro “inviato” all’Oms, nonché membro del Comitato tecnico-scientifico ed ex tecnico del ministero della Salute, cioè Ranieri Guerra. Il superesperto che fece pressioni su Zambon affinché ritirasse quel report e che alla fine fece in modo di censurarlo, perché, diceva in una mail poi rivelata dalla trasmissione Report, l’Oms doveva fare da “foglia di fica” al governo italiano.
Nelle missive indirizzate a Zambon c’erano anche velate minacce a proposito del mantenimento del posto di lavoro: si parlava, ad esempio, del finanziamento che l’Italia aveva accordato alla sede veneziana dell’Oms, dove operava il ricercatore, il rinnovo del quale sarebbe stato a rischio, se l’esecutivo fosse stato investito dallo scandalo sul piano pandemico.
Insomma, siamo alle solite: finisce travolto chi osa dire come stanno le cose, chi rende un servizio alla verità, mentre chi ha sbagliato (Guerra, in effetti, è uno dei vari tecnici ministeriali che non ha aggiornato il piano pandemico) rimane al suo posto. Così va l’Italia.