Inizia l’anno orribile del regime sanitario

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Il genere “come sarà l’anno nuovo” è sempre piuttosto beneaugurante, un po’ melassa, un po’ ipocrisia, un po’ malafede. Noi che detestiamo le pietanze zuccherate, e ancor più ipocrisia e malafede, invece pensiamo che il 2021 sarà un anno orribile, perché coinciderà con il consolidamento del regime sanitocratico. Che, non bisogna farsi illusioni o colorare di sogni la realtà, ha vinto, anche abbastanza facilmente, e che non sembra temere alcun tipo di opposizione: basti dire che, se un anno fa, qualcuno ci avesse detto che, ovunque nel mondo, i governi sarebbero riusciti con incredibile facilità financo a impedire ai cittadini di uscire di casa, oltre a far chiudere quasi tutte le attività, lo avremmo preso per un folle.

I vaccini col contagocce

Il consolidamento del regime sanitocratico avverrà attraverso un’accorta gestione politica della campagna vaccinale, visto che non ha nessuna intenzione di tornare allo status quo ante 2020: tutto il grumo di poteri e di interessi e di sovvenzioni che si è stratificato attorno alle politiche di lockdown non intende certo cedere cosi facilmente. L’arrivo dei vaccini, più rapido del previsto, ha rotto i piani di coloro che sognavano un eterno, permanente lockdown. Ma ecco però che il vaccino può diventare comunque utile: da un lato giocando sui tempi della somministrazione, diluiti  in modo da tenere il più lungo possibile l’allerta emergenziale e la paura. Dall’altro, la campagna vaccinale sarà orientata a creare diverse categorie di cittadini: quelli vaccinati e quelli no. Ai primi saranno consentiti attività e movimenti, ai secondi saranno preclusi. E ovviamente non sarà una questione di scelta individuale, come vuol far credere la propaganda pro vax (isterica e paranoica come quelli anti vax, di cui è l’altra faccia della medaglia). Le strutture sanitarie almeno italiane non possono garantire il vaccino a tutti coloro che lo desiderano: a quali categorie consentire di accedervi sarà una scelta politica.

Sindrome di Stoccolma

E qui veniamo alla questione del governo. Il regime sanitocratico, una versione potenziata e aggiornata della tecno burocrazia prevista egli anni Quaranta da James Burnham in The Managerial Revolution, non è né di destra né di sinistra, esattamente come il regime manageriale. I tentativi di una gestione diversa della pandemia (Donald Trump, Jair Bolsonaro, ma pure i socialisti svedesi) sono stati soffocati, anche per propri errori ma soprattutto perché non avevano capito che gli uomini impauriti adorano essere comandati e sottomessi.

Questa conclusione costituisce una vittoria storica della filosofia del potere di un certo tipo di destra, diciamo vetero consevatrice e statalista, legge e ordine, assieme a quella di una vecchia sinistra, di marca collettivista, socialista e comunista, sempre refrattaria alla libertà individuale, vista come un pericolo. Il regime sanitocratico si nutre e si nutrirà sempre più di entrambi le fonti, per questo non è né di destra né di sinistra ma al contempo è di destra e di sinistra assieme.

Per tale ragione il regime sanitocratico favorirà i cosiddetti “governi di salute pubblica”, in cui destra e sinistra finiscono per stare assieme: che ovviamente dovranno operare nell’emergenza, sanitaria, ma che presto diventerà finanziaria, visto gli effetti disastrosi delle politiche di lockdown. E c’è da scommettere che, come l’Italia nel febbraio di un anno fa fu all’avanguardia nello sperimentare il regime sanitocratico, cosi lo sarà quest’anno sulla strada del governo di salute pubblica: che sarà quello della palude, della repressione e del conformismo (oltre che, ovviamente, delle tasse e dei tagli). Un nuovo Monti: ma molto più cattivo e molto più dannoso. Buon anno!

Marco Gervasoni, 1° gennaio 2021

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