Joe Biden ne combina un’altra. Dopo gli scivoloni dalle scalette, dopo le cadute dal palco, dopo i capitomboli in bicicletta e chi più ne ha più ne metta, adesso è il turno della figuraccia in mondovisione durante la visita del primo ministro indiano Modi negli Usa.
Biden esce da una settimana complicata: non solo l’incriminazione del figlio Hunter, che ha patteggiato un paio di reati; ma anche le tensioni con Pechino per quella frase “Xi è un dittatore” detta dal Presidente Usa dopo il viaggio di Blinken in estremo oriente. Il tappeto rosso steso a Modi con tutti gli onori rientra proprio nella strategia anti-cinese e anti-russa: New Dheli dipende per energia e armi da Vladimir Putin, tanto da non aver né condannato l’invasione di Mosca né aver applicato sanzioni; ma è anche avversaria su tutti i fronti del vicino cinese, con cui i rapporti non sono idilliaci. “Le sfide e le opportunità che il mondo deve affrontare in questo secolo richiedono che l’India e gli Stati Uniti lavorino e guidino insieme”, ha detto Biden. “I due Paesi si impegnano a lavorare insieme per il bene globale e per la pace, la stabilità e la prosperità globali. La nostra forte partnership strategica è una chiara prova del potere della democrazia”, ha risposto Modi. Sullo sfondo sono rimaste le questioni dei diritti umani e della libertà di stampa, di cui l’India non è propriamente campione anche secondo le deputate dem più radical come Alexandra Ocasio-Cortez e le musulmane Ilhan Omar e Rashida Tlaib. Ma poi parole a parte sono i fatti che contano. Come l’acquisto da parte di New Delhi di droni da combattimento della General Atomics, l’accordo per aprire una fabbrica di semi conduttori nel paese natale di Modi e la firma dell’accordo per la produzione in India dei motori F414 per i nuovi caccia della General Eletric. Una mossa che non solo salda il legame tra i due Paesi, che dovranno condividere tecnologia segreta, ma che permette a Biden anche di cercare di affrancare l’India dalla dipendenza militare da Mosca.
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Tutto questo, però, sembra passare in secondo piano rispetto ai dettagli. E ancora una volta a colpire sono le gaffe del presidente Usa. Nel video si vede Biden portare la mano al petto in occasione dell’inno nazionale, mano che piano piano abbassa quando si rende conto che quello suonato non è l’inno americano ma quello indiano. Il video, ovviamente, sta facendo al solito il giro dei social. E sembra una nuova puntata dell’infinita serie sulle condizioni del commander in chief, già scivolato due volte sulla scalinata dell’Air Force One, inciampato sulle scale del santuario di Itsukushima e via dicendo. Senza dimenticare quell’incomprensibile “God save the Queen” pronunciato qualche giorno fa durante un comizio. La domanda resta sempre la stessa: Joe è in grado di ricandidarsi nel 2024 per farsi altri quattro anni alla Casa Bianca?
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