Insulti alla Meloni: togliete la “medaglia” a van Straten

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Sinistra, cura te stessa. Più i suoi soloni si lamentano che non è più quella di un tempo, non è vera sinistra e più corroborano il lamento col loro comportamento. La sinistra vera, diciamo quella vintage, faziosa fin che si vuole, non si sarebbe mai abbassata all’insulto triviale, osceno, “vacca? Scrofa?” rivolto all’avversario, una donna. E per cosa, poi? In perorazione non della classe operaia, di fatto dissolta, o del postproletariato migrante ma di quello che un tempo avrebbero definito il potere del capitale, la plutocrazia bancaria. Schizoide sinistra: con la testa perennemente avvitata all’indietro ma irresistibilmente sedotta dal potere dei soldi, ossessiva sulle quote rosa, preferibilmente negli incarichi di potere, ma volgare e cafonesca verso le femmine dell’altro pascolo.

Questi due del teatrino radiofonico, il van Straten delle arti varie e il Gozzini della docenza storica, sono due tipici radical non tanto chic ma molto fashion: la famiglia nobiliare e mobiliare, le proprietà non proudhonesche quando è roba loro, i bei libri alle spalle, la vita di velluto dei figli di un cognome o di un partito; e compatiscono pesciaioli e fruttivendoli cui appaiano la Meloni miscredente del nuovo Messia, Mario Draghi, qualcosa che nel sentire schizoide della sinistra dinosaura è inconcepibile e ricorda il tradimento di Giuda nel Getsemani. A peggiorare le cose, la speciale consistenza della sinistra toscana, fiorentina, tra le più stupide in natura: sinistra patetica, vino rancido e nostalgia canaglia, vecchi covi truccati da casa del Popolo che sono ricettacoli di fallimenti umani, ci capiti e senti gli habituè alticci alla ricerca del tempo perduto, “’un ti ricordi mi’a le bierre, ah chè quelli eran tempi, da rifarli subito”. E se devono insultarti ti danno del Bomba, il Renzi che tengono in fama di spretato, uno che non rispetta le sacre memorie fuligginose.

Ne fa le spese Controradio, l’emittente che ospitava le farneticazioni del professor Gozzini la cui collaborazione è stata finalmente risolta, con gran sollievo generale perché il chiarissimo professore non era la prima volta che metteva in imbarazzo tutti coi suoi deliri rabbiosi. Chissà se verrà sollevato anche dalla docenza universitaria. Quanto al Van Straten dai mille incarichi, che ne direste di ritirargli, per evidente immerito, almeno l’onorificenza di Grand’Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana presieduto da Mattarella? Così, tanto per applicare la Nemesi moralista.

Chi mostra più dignità è il dimissionario direttore Raffaele Palumbo, giornalista schierato – e chi non lo è? – ma del tutto alieno a certe volgarità; e le donne che a Controradio ci lavorano hanno firmato un comunicato in cui si dissociano totalmente dal teatrino Van Straten-Gozzini. Molto, molto migliori delle Michela Murgia, cui la solidarietà femminile rimane nel gozzo, o di quell’inspiegabile personaggio che è la Lucarelli la quale, in sprezzo della logica aristotelica, dice: il lingaggio di Gozzini è orribile ma la solidarietà alla Meloni non la do. Subito appoggiata dal direttorino in carriera, Stefano Feltri. Perché a loro dire l’elettorato meloniano è come ringhiano i Van Straten e i Gozzini, becero, violento, illetterato, lumpenproletariat. E a poco serve obiettare che Giorgia Meloni, politica giovane ma tutt’altro che sprovveduta, non ha mai aggredito nessuno e viene bersagliata da minacce e insulti da trivio da ogni parte: le attribuiscono una responsabilità oggettiva, collettiva, secondo una logica demenziale dalla quale non si salverebbe mai nessuno. Ma la sinistra moralista è grossolana, non coglie certe implicazioni etiche o politiche o giuridiche. O storiche. Stefano Feltri forse no, ma Selvaggia Lucarelli è abbastanza stagionata da poter ricordare che il terrorismo nasce dalla viltà delle parole e dall’opportunismo benpensante di chi stava “né – né”, né con lo Stato né con le BR; stava alla finestra e, a seconda del vento, apriva e richiudeva.

Max Del Papa, 23 febbraio 2021

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