Nell’ultima puntata della Zanzara, il noto conduttore Giuseppe Cruciani non ha risparmiato le sue critiche sul tema della violenza nei testi rap e sulla gestione dell’ultimo caso di femminicidio, esprimendo inoltre il proprio disappunto su un episodio di presunto razzismo avvenuto in una scuola della provincia di Treviso.
“Allora all’inizio della trasmissione di oggi cari ragazzi devo mandare una piccola cartolina a un amico conosciuto perché è un conduttore televisivo, anche tra i più noti. Si chiama Gianluigi di nome e Nuzzi di cognome”, ha esordito Cruciani, riferendosi a una critica ricevuta dal giornalista per le sue posizioni sui generi musicali trap e rap. “Caro Nuzzi, tu scrivi che Emis Killa non farebbe mai male a una donna, non torcerebbe un capello, però la storia abbonda di uomini pacifici fisicamente ma che hanno ispirato con i loro testi altri a compiere violenze di ogni tipo”, ha continuato il conduttore, difendendo la sua tesi secondo cui non ci sarebbe un collegamento diretto tra la violenza nei testi musicali e gli atti di violenza reale.
Cruciani ha inoltre commentato duramente il caso di femminicidio di Giulia Cecchettin: “Quando sento parlare di perizia psichiatrica di avvocati che dicono ‘magari dopo 20 anni esci’ mi viene il sangue al cervello”, ha detto, evidenziando la sua frustrazione verso le pene che considera troppo lievi per crimini così gravi: “Giulia Cecchettin è morta per dissanguamento dopo la rescissione della orta ed è stata uccisa subito dopo la lita con l’ex finanziario… Il problema principale non è il famoso patriarcato che non c’entra una fava, ma le pene troppo morbide, questi escono subito dalla galera”.
Infine, ha espresso sgomento per un caso di presunto razzismo a scuola: “Un bambino è stato sanzionato con una piccola diciamo ammonizione – chiamiamola così – perché ha detto a un suo compagno orientale ‘tanto voi cinesi siete tutti uguali’. Siamo arrivati a questo”.