Esteri

La morte della Regina

“Interrompiamo i programmi”. Così è scattato il piano segreto “London Bridge”

Nel 2017 il Guardian rivelò tutti i dettagli del “piano” messo a punto per la morte della Regina. E oggi lo rilancia

Ci sono dei momenti che fanno la storia. E assumono un significato particolare soprattutto quando il loro evento è più unico che raro. Dopo l’infinito regno di Elisabetta II, rimasta sul trono di Gran Bretagna per 70 lunghi anni, pochi erano quelli che ricordavano l’ultimo annuncio dato della morte di un sovrano britannico.

Ecco perché ieri, quando i conduttori della Bbc si sono vestiti interamente di nero secondo protocollo, molti avevano capito che la salute della Regina era traballante. Dopo qualche ora ti attesa rispetto al primo comunicato della Famiglia Reale, alla fine verso sera è arrivata l’ufficialità del decesso. “La Bbc interrompe i suoi programmi per darvi un annuncio importante”, hanno sentito gli inglesi incollati di fronte al televisore. “Buckingham Palace ha dato l’annuncio della morte di sua Maestà la Regina Elisabetta II”.

Secondo i media britannici, questo rientra all’interno del cosiddetto “protocollo London Bridge”, dalla frase in codice con cui si sarebbero riferiti alla morte della Regine “London Bridge is down”. A rivelarlo fu nel 2017 il Guardian che oggi rilancia il suo scoop spiegando “il piano segreto per i giorni dopo la morte della regina”. Il quotidiano britannico ci tiene a precisare che alcuni piccoli dettagli potrebbero essere “obsoleti” ma questo “rimane il miglior resoconto su ciò che avverrà nei prossimi giorni sia del significato di questo momento storico”.

Si tratta di un racconto molto interessante. Di come per la morte della Regina Vittoria, nel 1901, il Palazzo avvisò i sudditi che “La regina soffre di una grande prostrazione fisica, accompagnata da sintomi che causano molta ansia”, un annuncio molto simile a quello apparso ieri sulla salute di Elisabetta. Secondo quanto riporta il Guardian, subito dopo la morte della Regina, Carlo è diventato automaticamente Re e “i suoi fratelli gli hanno baciato le mani”. La notizia è poi stata comunicata al primo ministro, peraltro nominato appena due giorni prima, con la parola in codice “London Bridge is down”. “Dal Global Response Center del Foreign Office in una località segreta della capitale – scrive il Guardian – la notizia passa ai 15 governi al di fuori del Regno Unito, dove la regina è anche il capo di Stato, e alle altre 36 nazioni del Commonwealth”. Di sicuro, un momento storico. “Saranno 10 giorni di dolore e di spettacolo, un po’ come lo specchio abbagliante della monarchia stessa”.

I piani più elaborati, riportava il Guardian, riguardavano proprio l’eventualità che Elisabetta morisse a Balmoral dove passa tre mesi estivi. Come è poi successo. “Ciò attiverà un’ondata iniziale di rituali scozzesi – si leggeva – In primo luogo, il corpo della regina giacerà a riposo nel suo palazzo più piccolo, a Holyroodhouse, a Edimburgo, dove è tradizionalmente custodita dalla Royal Company of Archers (…). Quindi la bara verrà trasportata lungo il Royal Mile fino alla cattedrale di St Giles, per un servizio di accoglienza, prima di essere imbarcata sul treno reale alla stazione di Waverley per un triste avanzamento lungo la linea principale della costa orientale. Ci si aspetta che la folla ai passaggi a livello e ai binari delle stazioni per tutta la lunghezza del paese – da Musselburgh e Thirsk a nord, a Peterborough e Hatfield a sud – getti fiori sul treno in transito”. E ancora: “In ogni scenario, il corpo della regina ritorna nella sala del trono di Buckingham Palace, che si affaccia sull’angolo nord-ovest del Quadrilatero, il suo cortile interno. Ci sarà un altare, il drappo, lo stendardo reale e quattro granatieri, i loro cappelli di pelle d’orso inclinati, i loro fucili puntati verso il pavimento, a guardare. Nei corridoi passerà il personale impiegato dalla Regina da più di 50 anni, seguendo procedure che conoscono a memoria”.

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