L’invasione sarebbe pronta e potrebbe iniziare a stretto giro, entro il 2027. A lanciare l’allarme è William Burns, il capo della Cia, che in un’intervista alla Cbs ha dichiarato che Xi Jinping ha già dato ordine al suo esercito di invadere Taiwan nei prossimi quattro anni. Tutto, però, dipenderà dagli esiti della guerra tra Russia e Ucraina. Se, da una parte, Pechino avrebbe preferito l’invasione lampo di Putin per continuare i progetti economici sulla Via della Seta e, dall’altra, accelerare proprio l’offensiva nei confronti dell’isola di Formosa; ora, “la valutazione è che il leader e i capi dell’esercito di Pechino non siano sicuri di riuscire a portare a termine la missione”, ha affermato Burns.
Il capo della Cia, quindi, fa trasparire un elemento decisivo: in virtù della debacle del Cremlino in Ucraina, i progetti di Xi sarebbero stati fortemente ridimensionati, con la possibilità di aprire ad una fornitura di armi cinesi alla Russia, proprio per testarle sul territorio e confrontarle con quelle occidentali e statunitensi. Una mossa, quest’ultima, che avrebbe forti ricadute su Taiwan, proprio perché gli Usa addestrano da tempo le truppe taiwanesi e forniscono mezzi militari e armi occidentali. In tale scenario, Pechino avrebbe la possibilità di apprendere sul campo le analogie, le differenze, i vizi dei propri armamenti e di quelli dell’alleanza atlantica.
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Non è un caso che nel corso degli ultimi mesi, come riportato dal Wall Street Journal, gli Stati Uniti abbiano aumentato “il numero di truppe schierate a Taiwan, più che quadruplicando quello attuale per sostenere un programma di addestramento a favore dei militari dell’isola, nel mezzo della crescente minaccia della Cina”. E ancora: “Il Pentagono prevede di dispiegare tra i 100 e i 200 soldati sull’isola nei prossimi mesi, rispetto ai circa 30 di un anno fa”. A ciò, si affiancano i progetti già avviati della Guardia Nazionale del Michigan, la quale sta addestrando un contingente dell’esercito di Taipei a Camp Grayling.
Le tensioni tra Cina, Stati Uniti e Taiwan hanno conosciuto un pericoloso rischio di escalation dopo la visita di Nancy Pelosi a Taipei lo scorso agosto. In quelle ore, come riportato anche su nicolaporro.it, Pechino decise di mostrare i muscoli a Washington, mobilitando un numero di aerei, navi e jet senza eguali, violando più volte la zona economica esclusiva dell’isola di Taiwan. Le esercitazioni militari si affiancarono addirittura a lanci di missili intorno all’isola.
Matteo Milanesi, 27 febbraio 2023