“Una rete per l’Italia” è il titolo della seconda tavola rotonda della settima edizione dell’evento “La Ripartenza, liberi di pensare” nato da un’idea di Nicola Porro, direttore e fondatore del sito Nicolaporro.it. Il confronto sul palco del Teatro Petruzzelli di Bari ha visto protagonisti Angelica Donati, Head of Business Development di Donati S.p.A, Guido Grimaldi, Commercial Director Grimaldi Group, Presidente ALIS, Mauro Crippa, Direttore generale informazione e comunicazione Mediaset, Pietro Labriola, Amministratore Delegato Tim, Vincenzo Ranieri, Amministratore Delegato E- Distribuzione, Gianluca De Marchi, CEO Urban Vision.
Il punto di Labriola
Storie di reti, di connessioni e di futuro. Tra i protagonisti del confronto l’amministratore delegato di Tim Pietro Labriola: “Da un lato, vendiamo la rete perchè ne abbiamo la necessità dal punto di vista finanziario, perchè abbiamo investito negli anni senza avere un ritorno sul capitale e ci siamo indebitati, e la vendita della rete ci permette di saldare i nostri debiti e non essere ‘bloccati’ dal pagamento degli interessi”. Dall’altro lato, ha proseguito Labriola, Tim sta dando “l’opportunità al sistema Paese di ricreare un’infrastruttura che diventa fondamentale per lo sviluppo del Paese”.
Tema sempre più centrale è l’intelligenza artificiale. Per Labriola è necessario considerare che questi strumenti esistono da diverso tempo ed ora è essenziale accompagnare e regolare questo processo di transizione. L’Ai, secondo l’ad di Tim, rappresenta “una grande opportunità per innovare e migliorare molti settori, ma è fondamentale che il suo sviluppo e la sua implementazione siano guidati da principi etici e regolatori chiari”. Solo in questo modo, ha concluso, sarà possibile “garantire che i benefici di questa tecnologia saranno equamente distribuiti e che i rischi associati siano adeguatamente gestiti”.
La provocazione: “Ai, bisogna aver paura”
Chi ha le idee piuttosto chiare sull’intelligenza artificiale è Mauro Crippa, direttore generale informazione e comunicazione Mediaset, ma non solo. Insieme a Giuseppe Girgenti, ha scritto il saggio Umano, poco umano (Piemme) e anche sul palco de La Ripartenza non è venuta meno la provocazione: “Bisogna aver paura, una sensazione di vigilanza”. In questo sistema di reti fisiche, l’AI rappresenta una rete neuronale: “La rete dei cervelli deve avere dei cervelli umani e in questo momento l’umanità dei cervelli umani è fortemente sfidata. Non parliamo di consapevolezza, emozioni o sentimenti, ma di una tecnologia che quando ci svegliamo la mattina ci parla. La nostra relazione con l’Ai diventerà strettissima, quotidiana, di massa. Ma quant’è il conto del ristorante? Per me è straordinariamente alto e pericoloso”
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La rete pubblicitaria
Perotagonista al Petruzzelli di Bari anche Gianluca De Marchi. Il CEO di Urban Vision ha spiegato come la comunicazione pubblicitaria sia passata dalla classica cartellonistica fisica alla transizione digitale e integrata, sottolineando che la missione della sua realtà è quella di “trasformare le città in luoghi migliori per le persone, per farlo ci proiettiamo nel futuro anche valorizzando il passato”: “Urban Vision è la prima società in Europa per restauro sponsorizzato, in 20 anni abbiamo finanziato restauri per oltre 350 milioni di euro”. Urban Vision continua a guardare al futuro con una crescita a doppia cifra grazie a progetti innovativi come l’accordo per la trasformazione delle cabine TIM in stazioni multimediali e il progetto Urban reel che consentirà “agli utenti di interagire e creare contenuti sui nostri schermi in Italia e in Europa”: “Perché il nuovo rinascimento urbano deve saper tenere insieme l’arte e la tecnologia, il passato con il futuro”. Anche per quanto concerne Urban Vision non viene meno una riflessione sull’intelligenza artificiale. Gli impianti della realtà guidata da De Marchi utilizzano diversi tipi di Ai, a partire dal riconoscimento dell’audience: “Attraverso i dati riusciamo a definire il target. Incrociando i numeri, il computer Vision descrive la tipologia dell’immagine che vede. Raccogliamo tantissimi dati e attraverso l’Ai la pubblicità si adatta”.
La rete fisica
Quando si parla di rete è necessario fare delle distinzioni di varia natura. Sicuramente chi si occupa di reti fisiche è Guido Grimaldi, Commercial Director Grimaldi Group nonchè Presidente ALIS. L’Italia è un grande Paese esportatore, ma servono dei passi avanti in termini di competitività: “Nel 2024 abbiamo un grandissimo problema di connettività all’interno delle navi perché non sempre internet funziona, mentre funziona Starlink. Io preferirei che magari uno potesse investire di più a livello di connessione con i grandi operatori ma abbiamo dei problemi seri”. Una riflessione necessaria coinvolge anche l’Ue: “Abbiamo fatto presente all’Europa i danni enormi di inserire il settore marittimo all’interno di una tassazione che vale 3 miliardi di euro, varrà 7 miliardi nei prossimi anni. La seconda direttiva Ue richiede agli armatori di utilizzare un carburante sempre più pulito. Dall’anno prossimo pagheremo 1,5 miliardi in più. Nel 2050, il settore avrà un extra-costo di 65 miliardi di euro. Di fronte a questa follia green e a questa miopia europea, cosa sta cambiando?”.
Quello delle costruzioni è uno dei settori più radicati nel reale, il secondo subito dopo l’agricoltura. Per questo motivo la testimonianza di Angelica Donati, Head of Business Development di Donati S.p.A, è necessaria: “L’Ai è un tema di cui parliamo anche noi, ma ci sono alcuni settori che sono fermamente radicati nel mondo reale. Il mio settore, quello delle costruzioni, più di tutti. Se si parla di restauro, è un lavoro manuale fatto dai restauratori. Se si parla di opere infrastrutturali, siamo un pochino più industrializzati, con tecnologie abbastanza avanzate”. Protagonista della tavola rotonda anche Vincenzo Ranieri, Amministratore Delegato E-Distribuzione, che ha rimarcato come qualsiasi rete rappresenti un monopolio naturale. Poi, sulla necessità di una rete di qualità: “Rispetto a tre anni fa, l’Italia ha oltre 1,7 milioni di piccoli produttori di energia elettrica. Parliamo di famiglie. La transizione energetica piace agli specialisti della materia, ma gli italiani lo stanno facendo per conto loro con i piccoli pannelli. E questo è stato possibile perché la rete elettrica è riuscita ad accoglierli, mentre Paesi come Belgio e Olanda sono bloccati”.
“Bisogna semplificare il codice degli appalti”
Sono tante le sfide che l’Italia deve affrontare, soprattutto in termini di competitività con gli altri Paesi. Visione condivisa sulla necessità di un’Europa forte, in grado di contrastare le altre potenze internazionali. Da questo punto di vista, Vincenzo Ranieri ha acceso i riflettori sulla necessità di semplificare il codice degli appalti: “Una specie di Sudoku, una cosa complicatissima: ho 30 persone solo per studiare il codice. Quando rendi le gare così complicate, diventa difficile per aziende e imprese. Noi abbiamo 16 mila dipendenti in tutta Italia, nonostante ciò anche per noi è complicato: chi ha oneri amministrativi così grandi non ce la fai”.
Un’analisi condivisa da Angelica Donati. “Il codice degli appalti 2016 è meglio rispetto a quello del 2016, ma continua ad essere molto complicato, restrittivo e punitivo verso le imprese. Credo che sia stato scritto senza consultare chi poi ci deve lavorare, in un mercato unico ed estremamente complesso”, la sua considerazione: “Non nascondiamoci dietro un dito, che le cose non funzionino è testimoniato dalla scelta di commissariare le opere prioritarie: sarebbe meglio riscrivere le regole”.