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“Io, donna con poteri speciali”. La sparata della Khelif dopo l’oro

La pugile intersex festeggia l’oro olimpico e respinge le critiche: “Gli attacchi contro di me danno un sapore particolare al mio successo”

khelif © allanswart tramite Canva.com

Nessuna sorpresa alle Olimpiadi: l’oro nella boxe, categoria 66 kg, è andato a Imane Khelif. L’atleta intersex – al centro della bufera insieme alla taiwanese Lin Yu-Tang – ha avuto la meglio sulla cinese Yang Liu e si è aggiudicata il riconoscimento più ambito. La sinistra è scesa in piazza con i bandieroni, così come le varie associazioni arcobaleno, ma il dibattito sulla regolarità della competizione è ancora aperto: la venticinquenne era stata squalificata ai Mondiali per livelli di testosterone troppo elevati e ieri hanno destato scalpore le dichiarazioni del presidente del Cio, Thomas Bach, secondo il quale sarebbe impossibile differenziare gli uomini dalle donne. Insomma, si discuterà ancora molto di quanto accaduto, ma nel frattempo la Khelif festeggia e coglie l’occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe.

Intervistata da Repubblica, la Khelif ha parlato di sogno coronato dopo otto anni di inseguimento, ma il passaggio più interessante è sicuramente quello legato alle polemiche degli ultimi giorni, tra le accuse di essere un uomo e i dubbi sulla correttezza della competizione. “Non penso ci siano dubbi sul fatto che fossi pienamente idonea a partecipare. Sono una donna come tante. Sono nata donna, ho vissuto come donna e ho gareggiato come donna”, ha spiegato la Khefil, che ha sottolineato come questi attacchi diano un sapore particolare al suo successo. Fino alla sparata: “Sono diventata una donna forte con poteri speciali. E dal ring ho mandato un messaggio a coloro che erano contro di me”.

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La Khelif ha poi ripercorso la sua storia e ha colto l’occasione per un po’ di sano vittimismo, parlando di bullismo nei suoi confronti e di comportamenti contrari ai precetti olimpici: “Spero almeno che dopo questa vittoria non ci saranno più attacchi simili in futuro”. La pugile ha denunciato la campagna feroce nei suoi confronti, ricordando che dal 2018 ha gareggiato sotto l’autorità dell’Iba, la federazione che l’ha squalificata per i livelli di testosterone fuori dalla norma in occasione dei Mondiali. Esiti dei test di cui non ha parlato ed è un peccato, perchè avrebbe potuto mettere un punto alla questione, quantomeno con il suo punto di vista. C’è anche da dire che nessuno le ha fatto la domanda, ma questo è un altro discorso.

La Khelif è pronta a tornare in patria e festeggiare la vittoria dell’oro con i suoi connazionali, al suo fianco sin dall’inizio dei Giochi. Difficilmente le polemiche torneranno qui: tra le parole di Bach e le posizioni dell’Iba, si discuterà ancora a lungo di regole, test e valori. Un unico enorme ostacolo: l’ideologia imperante, per cui tutto può andare bene nel solco dell’inclusività. E il Cio non ha fornito molte rassicurazioni da questo punto di vista…

Franco Lodige, 10 agosto 2024

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