“Che figura di merda”. Il celebre fuori onda retequattrista – per citare un termine tanto caro a uno dei protagonisti di questo articolo – calza a pennello. I fatti ormai sono noti a tutti, persino ai talebani: Romano Prodi ha tirato i capelli a Lavinia Orefici, la giornalista di Quarta Repubblica rea di aver fatto una domanda inopportuna secondo il guru della sinistra. Per giorni abbiamo fatto i conti con difese a spada tratta, con accuse di complotti e baggianate di questo tipo. La giornalista è stata persino accusata di aver mentito, di aver detto una menzogna, forse per notorietà forse per compiacere la destra. Ieri sera è stata scritta la parola “fine” alla vicenda e molti dovrebbero solo avere il buonsenso e il coraggio di chiedere scusa. “Sì, abbiamo detto una cazzata, ma Prodi è il nostro Dio e dovevamo difenderlo” una roba del genere, per capirci.
Le immagini mandate in onda a Di Martedì certificano quanto già emerso dal video di Quarta Repubblica: Prodi ha aggredito la giornalista e ha mentito per giorni. Ma lui non è l’unico a doverlo fare. Politici, giornalisti e house organ devono fare mea culpa, perché certe dichiarazioni non vengono cancellate dal tempo e nemmeno da un repentino “elimina” su X, l’ex Twitter, quel social di Elon Musk che tanti avevano promesso di abbandonare, ma le promesse della sinistra hanno sempre lo stesso valore.
Partiamo da chi ha l’ossessione di Rete 4, ossia Luca Bottura, uno di quelli che ha la verità in tasca, uno di quei brillanti giornalisti di sinistra che pontifica su tutto e irride chi non la pensa come lui. Ebbene, ecco la sentenza: “Prodi ha fatto benissimo. Era ora che qualcuno desse al retequattrismo la risposta che merita. Peccato solo sia toccato a chi esegue ordini e non alla ghenga che ha trasformato una gran parte del giornalismo italiano nella cinghia di trasmissione della produzione di odio”. Eh sì, grande giornalismo. Impossibile non citare Massimo Giannini, ospite a Di Martedì e visibilmente colpito dall’attacco di Prodi: “La lezione di Romano Prodi ai poveri sicari del giornalismo di regime”. Ieri sera la reazione impacciata: “Un gesto sgradevole, deriva dalla sua età. Non c’è stata violenza in quell’atto, ma non lo devi fare”. Di scuse neanche l’ombra.
In ordine sparso, Alessandro Milan: “Con Prodi, senza se e senza ma. Le cialtronate van trattate per quel che sono: cialtronate. Anche basta”. Ancora Milan, evidentemente non pago: “Hanno fatto il Var su Prodi. Giuro. Da ridere per tre giorni di seguito”. Ciro Pellegrino, sui suoi social: “Ho letto qualcuno che accusa RomanoProdi di aver «tirato i capelli» alla giornalista. Queste sono le immagini. Chiaramente non è andata così”. Chiaramente eh. Immancabile Fabio Salamida: “Romano Prodi ha fatto benissimo a rispondere in quel modo a una domanda stupida. Ha fatto benissimo a rispondere in quel modo all’ennesima e inutile provocazione. Prodi ha perso la pazienza come ormai l’ha persa più di mezza Italia. Perché questa roba pensa di avere il potere assoluto e di poter dire e fare quello che gli pare, calpestando tutto e tutti. Tutte le persone perbene dovrebbero iniziare a trattare o trogloditi e gli analfabeti funzionali come meritano di essere trattati, seguendo il buon esempio di Romano Prodi. Io, come sapete, lo faccio da sempre”. Un numero uno, uno di quelli bravi. Spazio anche a Marta Ottaviani: “Mi spiace per la collega, ma la domanda era malposta e provocatoria. Prodi può avere reagito in modo stizzito. Succede, alle persone intelligenti quando sentono castronerie”. Il bis: “‘Un professore che tira le orecchie a un somaro’. Ecco, finalmente lo ha capito. Che buffonata, costruita sul nulla”.
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Non citiamo i vari titoli e spezzoni dei giornali di sinistra per non sparare sulla Croce Rossa, ma non possiamo non elencare alcune sparate dei politici Pd e non solo. Enrico Letta con il suo #IostoconRomanoProdi non è l’unico ad aver fatto una figura barbina. L’ultimo in ordine di tempo, ieri sera, poco prima della pubblicazione del video, è stato il senatore dem Walter Verini: “Tutto quello che richiama i valori dell’Europa, la difesa vera degli interessi dell’Italia dai Trump, i Putin, dagli egoismi è odiato da questa destra italiana. Per questo in queste ore si levano gli attacchi più scomposti contro Romano Prodi che ha reagito – in modo che può non piacere – non tanto come un professore davanti a un alunno poco preparato che pretende la promozione, ma come un europeista che vede attaccare i valori e i principi fondanti della convivenza civile e della Costituzione. La quale si ispirò anche a molti contenuti del Manifesto di Ventotene. È un vero linciaggio, una distrazione per nascondere profonde divisioni di questa destra e del governo proprio sui temi della difesa internazionale degli interessi dell’Italia”. Andiamo avanti con la solidarietà di Dario Nardella: “Solidarietà al Professore Romano Prodi per l’attacco che ha subito in queste ore. Tutti hanno visto la dinamica dell’incontro con la giornalista Mediaset che ha assalito il Professore con domande improvvise e con tono provocatorio. I giornalisti e la libertà di stampa vanno sempre tutelati, ma anche la buona educazione è un principio sacrosanto”. Se per Gianni Cuperlo Prodi “non si era scomposto”, ironizzando sulla presunta bugia della giornalista, per la casa editrice Rizzoli ha ribadito sostegno e vicinanza al “suo autore” Prodi “a seguito degli attacchi odierni da parte di alcuni quotidiani con riferimento al suo intervento a margine della presentazione del libro scritto con Massimo Giannini, ‘Il dovere della speranza’, nell’ambito della manifestazione Libri Come”.
L’elenco è folto, ma direi che è sufficiente questo campione per comprendere il livello. Alcuni di loro probabilmente riconosceranno l’errore e forse chiederanno anche scusa, mentre altri continueranno a sostenere il Professore senza se e senza ma, perchè alla fine ha tirato i capelli a una retequattrista…
Franco Lodige, 26 marzo 2025
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